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Stupro di Meta: la testimonianza della figlia della vittima non conferma il racconto

Restano in carcere i cinque dipendenti dell’hotel di Meta (Napoli) accusati di aver prima drogato e poi violentato una turista inglese di 50 anni. La donna ha prima denunciato il fatto una volta tornata nel proprio paese d’origine e poi è tornata inItali aper raccontare tutto alle forze dell’ordine. Dopo due anni di indagini sono stati arrestati  il barman Mino Miniero, allora 32enne di Portici, il suo collega Fabio De Virgilio, allora 24enne di Vico Equense, poi il vice cuoco Raffaele Regio, allora 21enne di Torre del Greco, e ancora Gennaro Davide Gargiulo, allora 21enne di Sorrento, e Ciro Francesco D’Antonio, allora 21enne di Torre del Greco.

A favore dei cinque però ci sarebbe la versione della figlia della vittima la quale ha raccontato, come riporta Il Mattino, di aver cenato la sera del 6 ottobre 2016 nel ristorante dell’hotel insieme alla madre, di aver bevuto una bottiglia di vino rosato, un bicchierino di limoncello offerto da un cameriere, un drink e dei cicchetti di vodka. La ragazza ha dichiarato di aver respinto le avances di un barman dichiarando di essere fidanzata e di essersi poi recata in bagno per vomitare.

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Nel verbale la testimonianza della ragazza diviene un’arma per la difesa. Queste le parole:

“Mia madre è venuta a vedere come stavo e mi ha detto di andare in camera mia. Quando sono salita in camera ho bussato ma nessuno ha risposto. Ho guardato in giro nell’hotel ma non ho trovato mia madre, sono andata a prendere l’ascensore per tornare nella stanza quando ho visto mamma in un altro ascensore con uno sconosciuto. Sembrava che la stesse scortando in camera, non sembrava in difficoltà. Lr ho chiesto dove fosse stata ma non mi ha risposto”.

Per la difesa questo verbale mette in evidenza la volontà della vittima di voler consumare un rapporto sessuale mandando a dormire la figlia.