Voce di Napoli | Navigazione

Napoletani scomparsi in Messico: l’appello della famiglia dopo la ricompensa

Non si danno pace i familiari di Raffaele Russo, Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, i tre napoletani scomparsi in Messico lo scorso 31 gennaio. Non ricevo notizie dei loro cari da tempo e nell’attesa di poter sapere cosa si accaduto ai tre hanno proposto una ricompensa di 90 mila euro a chiunque fornisca informazioni su quanto accaduto a Tecalitlan, dove i tre sono stati individuati dai segnai del gps l’ultima volta prima di sparire nel nulla.

Intanto l’avvocato Claudio Falleti ha inoltrato un sollecito alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani per acquisire le informative sull’accaduto. Di recente una delegazione della Farnesina, guidata dal sottosegretario Amendola, si è recata nel Paese centroamericano per incontrare le autorità locali. I parenti degli scomparsi hanno inviato un file audio ai media messicani che stanno diffondendo l’appello evidenziando il numero di telefono, di uno dei familiari, a cui fare riferimento. I tre sarebbero stati ceduti al cartello di Jalisco da tre poliziotti del posto per una cifra inferiore a 50 euro.

Secondo Luigi Ferrandino, legale delle famiglie Russo e Cimmino, l’eventuale ricompensa “sta già producendo i suoi frutti: sono arrivate prime notizie, da verificare ovviamente, ma qualcosa si muove”.  Nel corso di una conferenza stampa tenutasi in mattinata a Napoli, alla quale hanno preso parte anche alcuni familiari di Raffaele e Antonio Russo, e di Vincenzo Cimmino, l’avvocato e i familiari hanno sottolineato che è loro intenzione rendere disponibili queste notizie a investigatori italiani e non messicani.