Il presidente della regione Campania ha replicato tramite un video postato su Facebook all'inchiesta che ha causato le dimissioni del figlio Roberto
Non le manda a dire Vincenzo De Luca, in qualità di presidente della regione Campania ma forse e soprattutto anche di padre. Lo smacco che lui e suo figlio Roberto De Luca hanno subito a causa dell’inchiesta – scandalo sullo smaltimento di rifiuti sta rischiando di scatenare un vero e proprio terremoto politico alle soglie delle prossime elezioni politiche.
È proprio di ieri la notizia delle dimissioni del figlio del governatore De Luca dal ruolo di assessore al bilancio del comune di Salerno. Una mossa preventiva, forse per tutelare la campagna elettorale del fratello Piero.
Le parole di Vincenzo De Luca
“Dunque, ci siamo. In Italia siamo giunti alla barbarie. Camorristi trafficanti di cocaina, ingaggiati per mettere in atto operazioni oscure di aggressione personale e politica.
Oltre ogni decenza. Oltre ogni vergogna. C’è da aspettarsi un’onda di ripulsa morale e di disgusto da parte di tutte le persone perbene, al di là dei colori politici, per una provocazione tanto scoperta e costruita quanto ignobile e fondata sul nulla. Noi siamo espressione di un’esperienza amministrativa che è un modello di trasparenza e di rigore su cui possiamo sfidare chiunque. Noi abbiamo stipulato da due anni un protocollo di legalità con l’Autorità anticorruzione a cui abbiamo affidato la vigilanza sugli atti amministrativi riguardanti il ciclo dei rifiuti e la rimozione delle ecoballe. Per il resto chi sbaglia, va a casa. Devo rinnovare per la centesima volta la mia sfida a Luigino Di Maio per un confronto, dove e come vuole, sugli argomenti che vuole.
Spero che la smetta di fare il coniglio e di scappare. Avrò modo di spiegargli che la casta è fatta da quelli che, come lui, senza arte né parte, vivono dei soldi della politica – con i suoi 15mila euro al mese – e non da chi si guadagna la vita con il proprio lavoro. Per il resto, ogni atto di diffamazione scritto, in video e in rete, sarà come sempre materia di interesse per i miei legali.Già due anni fa, alla vigilia di un’altra campagna elettorale, abbiamo conosciuto una vasta campagna di aggressione mediatica centrata sugli “impresentabili”. Poi tutto è finito in fumo. Oggi siamo di fronte a una nuova aggressione mediatica. Da oggi in poi saremo noi a chiedere che siano accesi i riflettori su tutta questa vicenda sconcertante, sulla quale occorrerà indagare a fondo, su ogni suo aspetto. Per adesso voglio rivolgere ai camorristi e a chi li ingaggia, un mio messaggio sobrio e amichevole: vi faremo ringoiare tutto“.
