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Napoletani scomparsi in Messico, la denuncia della signora Russo: “E’stata la polizia”

Sono scomparsi da 18 giorni dalla zona di Tecaltitlan in Messico,  Antonio Russo Vincenzo Cimmino, rispettivamente figlio e nipote di Raffaele Russo, il primo a sparire, tutti e tre originari di Napoli. Mentre la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per comprendere cosa sia successo ai tre italiani scomparsi, è stato diffuso l’ultimo messaggio audio WhatsApp che Antonio e Vincenzo hanno mandato ai familiari prima che le loro tracce andassero perdute.

Stavo mettendo la benzina e ci hanno fermato alcuni poliziotti. Due motociclette ed una macchina della polizia. Ci hanno fermato ed hanno detto: seguiteci. Ora stiamo seguendo la polizia, ad una motocicletta che ha detto: vieni con noi“, queste le parole del ragazzo.
Secondo quanto riportato dai familiari dei tre napoletani scomparsi, il primo a sparire sarebbe stato Raffaele Russo, figlio e nipote poi avrebbero provato a telefonarlo ma il cellulare era spento. Poi si sono diretti nel luogo in cui il gps dell’auto che aveva noleggiato il 60enne segnava l’ultima fermata.
Lì non hanno trovato nulla, hanno chiesto alle persone se sapessero qualcosa ma non hanno ricevuto risposta. E proprio lì sarebbero stati avvicinati dalla polizia che avrebbe intimato loro di seguirli.

LO STRISCIONE DEI TIFOSI DEL NAPOLI PER LE TRE PERSONE SCOMPARSE

Dopo l’ultimo audio WhatsApp la famiglia non ha più ricevuto notizie. E’ disperata Silvana Russo, la moglie di Raffaele che ha ribadito l’estraneità del marito al mondo della droga e della criminalità organizzata, è convinta che i responsabili della loro sparizione siano i poliziotti:
E’ stata la polizia, sono loro i responsabili, gli agenti messicani hanno sequestrato prima mio marito e poi mio figlio e mio nipote. Mi ripeteva sempre che dovevano stare attenti alla polizia ‘Basta niente e ti fermano’. Mio marito è un lavoratore onesto“.

Napoletani scomparsi in Messico