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Il mercato del Napoli è come un film grottesco e demenziale

La sceneggiata: come sempre tante voci, molti nomi, giorni estenuanti di trattative e alla fine nessun acquisto. E il rischio di cascarci di nuovo

Come se non ci fossimo abituati. Ancora ad aspettare, ad attendere. C’era addirittura chi con impazienza controllava l’orologio ed internet fino a che non fossero scoccate le 23. Niente da fare, dal mercato tutto tace. O meglio, l’ultimo sussulto c’è stato. Il non colpo di scena. La possibilità dello scatto finale, quello voluto, quello più agile e veloce delle ultime settimane. E poi? Il tempo è scaduto. Si, esatto. Il Napoli, che intanto ha ceduto in prestito Emanuele Giaccherini, non ha avuto il tempo di mettere a segno un acquisto che avrebbe rinforzato la squadra e riempito il vuoto lasciato dall’esterno offensivo ex Bologna. In fondo, come si può pretendere di strutturare un organico vincente soltanto nei giorni dedicati al calciomercato? Quest’ultimo, non vuol dire programmazione? Non vuol dire, pianificazione?

Quindi, ci ritroviamo con la stessa rosa con la quale abbiamo iniziato la stagione. Ah, no, qualcosa è cambiato. Nikola Makismovic è stato ceduto, anche lui in prestito, è volato a Mosca tra le fila dello Spartak. Di conseguenza e di fatto, la rosa del Napoli si è addirittura indebolita, perdendo due giocatori. Tuttavia, portando la memoria indietro nel tempo, basterebbe ricordare come il mercato estivo della società azzurra fosse stato un non-mercato. Il fatto che il presidente Aurelio De Laurentiis abbia spacciato per una strategia, unica ed efficace, quella che ha portato al rinnovo dei contratti di alcuni top player del Napoli, ha dato vita ad una storia il cui l’unico protagonista è il senso del ridicolo.

Nessun acquisto a luglio, nessuno a gennaio. Due infortuni, Arek MilikFaouzi Ghoulam, e nessun rimedio, se non quelli che da due anni il genio di Maurizio Sarri è riuscito a trovare in casa. Prese in giro e brutte figure che per fortuna cozzano contro i risultati straordinari provenienti dal campo. Però, trofei ancora non se ne vedono. Quello più auspicato potrebbe arrivare alla fine di questo campionato. Ma tutti sanno, ognuno in fondo al proprio cuore, che se accadrà è per una magia del destino. Perché questi giocatori, il cui gruppo storico proviene dall’era Benitez, dovranno compiere un vero e proprio miracolo per vincere.

A conti fatti questa rosa non è in grado di poter sostenere più competizioni ai massimi livelli. È così da diverse stagioni. Ma si persiste. Nulla cambia, la strategia è sempre la stessa. Pe n’aceno ‘e sale, se perde ‘a menesta, afferma un proverbio napoletano. E così va avanti da anni. Eppure il napoletano si aspetta sempre il grande colpo, quel salto di qualità che lo possa far stare più sicuro e tranquillo. Invece, è sempre un continuo sperare. Sperare che a quegli altri la, si proprio a loro, quelli di Torino con la maglia bianconera, gli vada tutto storto. Sperare di acquisire una consapevolezza: che forse per questa dirigenza è molto meglio non vincere e accontentarsi di stare tra le prime 4, divertendosi e facendo le consuetudinarie apparizioni in Champions League. Sperare, che nonostante l’Europa League, questa squadra possa essere in grado di arrivare lontano in Europa senza perdere la battaglia per lo scudetto.

Si, a quel paese la scaramanzia. Lo scudetto. Questa dannata parola che tutti pronunciamo senza volerlo. Questo sogno che percepiamo sempre a portata di mano e che ci sfugge puntualmente. Un sogno infranto. VerdiYounesPolitano e in mezzo tanti altri. “Fenomeni” per i quali buttare il sangue attraverso lunghe trattative. Alla fine? Nessuno di loro indosserà la maglia azzurra. “Giocatori che non vogliono venire“, “Napoli è una città invivibile“, “Sarri non li farà giocare“, “La Juventus interferisce nelle trattative“, “Anche le nostre rivali non hanno acquistato nessuno”. Peccato che la nostra rivale sia una soltanto e sulla carta è più forte (almeno dal punto di vista del parco giocatori)! Ma purtroppo c’è una giustifica a tutto. Per fortuna nell’opinione pubblica è iniziata a farsi largo un’idea, un sospetto, una convinzione. La SSC Napoli, il club virtuoso dai conti in regola, fa ridere. È una società senza un’organizzazione precisa. Senza infrastrutture ne settore giovanile. Senza alcuna professionalità, soprattutto in settori come quello della comunicazione. Senza alcun peso nelle stanze del potere, in quelle dove si prendono le decisioni importanti.

Mi chiedo: qual è l’appeal che una società del genere ha rispetto a manager e calciatori che vivono il mondo del calcio? Quali sono le garanzie progettuali per le quali il tecnico partenopeo e i pochi giocatori forti da lui allenati, potrebbero decidere di restare? Sembrano domande retoriche le cui risposte sono conosciute. In fondo, non siamo stati smentiti neanche questa volta. Non possiamo che affidarci a Sarri e a questa squadra che sta dimostrando di essere speciale e straordinaria. Il re è nudo, adesso continuare a guardare il dito senza far caso alla luna, vorrebbe dire commettere un atto di “suicidio”. Forza Napoli Sempre!