E’ stato condannato a 18 anni di reclusione Francesco Verrano, alias “Checcolecco“, il giovane di 19 anni che il 3 maggio 2015 uccise a colpi d’arma da fuoco Mario Mazzanti, 29enne, e ferì Giovanni De Grezio, in un vero e proprio agguato avvenuto nel primo pomeriggio di domenica in vico Lungo San Matteo, nei Quartieri Spagnoli. L’omicidio venne portato a termine da Verrano, all’epoca dei fatti 17enne e ritenuto dagli inquirenti contiguo alla “paranza dei bimbi” (Sibillo-Giuliano-Amirante-Brunetti), per vendicare un rimprovero ricevuto dalla vittima.
Questa la decisione del Tribunale per i Minorenni di Napoli al termine del processo con rito abbreviato. La sentenza della menzionata Autorità Giudiziaria ha accolto in pieno la richiesta formulata dalla Procura della Repubblica. Verrano è anche responsabile dei reati di detenzione e porto illegale di arma comune da sparo, delitti tutto aggravanti dall’articolo 7, ovvero l’intimidazione mafiosa. Verrano è il figlio di Gennaro Verrano, il 38enne ucciso lo scorso 17 novembre nei Quartieri Spagnoli dopo numerosi dissidi con la famiglia Farelli, detta “Brioche”, sgominata nella giornata di ieri da un blitz dei carabinieri. A compiere l’omicidio di Verrano padre è stato Francesco Valentinelli, 23 anni, finito in carcere lo scorso 30 novembre.
Tornando invece ai guai giudiziari di Francesco Verrano, le indagini, svolte all’epoca dei fatti dalla Squadra Mobile e corroborate dalle attività tecniche, hanno consentito di ricostruire l’omicidio collocandolo nell’ambito di una lite tra Mazzanti e Verrano, iniziata qualche giorno prima del tragico epilogo e relativa ad alcuni atteggiamenti spavaldi e aggressivi che aveva assunto il ragazzino, insieme alla sua paranza, nella zona di piazza Bellini. Mazzanti, appartenente all’omonima famiglia camorristica operativa nella zona delle “Chianche”, venne tirato in ballo per fare una “tiratina d’orecchie” a Verrano che come lui abitava nei Quartieri Spagnoli.
Il rimprovero, tuttavia, non andò giù a Verrano che decise di vendicarsi e uccise alle spalle Mazzanti, ferendo nell’agguato anche De Grezio. Il granitico quadro probatorio raccolto nel corso delle indagini ha indotto V. F. ad ammettere, durante il processo, la sua responsabilità in ordine ai due fatti delittuosi.