Secondo i Pm non ci sarebbe stata nessuna istigazione al suicidio. Cadrebbe la denuncia fatta contro ignoti
Un’altra svolta per il caso che riguarda Tiziana Cantone, la giovane napoletana che si è tolta la vita a causa della gogna subita sui social e nel privato dopo la diffusione di un video che la mostrava in espliciti atteggiamenti hard. Il Procuratore di Napoli Francesco Greco, dopo il decesso della donna avvenuto lo scorso settembre, ha chiesto l’archiviazione del caso. Di conseguenza la denuncia di istigazione al suicidio fatta contro ignoti andrebbe a cadere.
In attesa della decisione del Gip, è in corso un’altra inchiesta parallela che vede indagato il fidanzato della Cantone per calunnia nei confronti di 5 persone, accusate ingiustamente di aver diffuso il filmato hot. Nel frattempo arriva la reazione della madre di Tiziana, Maria Teresa Giglio, proprio il giorno prima della messa in ricordo della figlia, a Napoli, nella chiesa di Santa Maria della Consolazione nel quartiere Posillipo.
Intervistata dal quotidiano Il Mattino, la donna ha dichiarato in merito alla decisione della Procura di archiviare: “Era un’inchiesta iniziata male fin all’inizio, bisognava indagare per il reato di omicidio, non per induzione al suicidio perché chi ha diffuso i video sul web ha ucciso mia figlia, la mia unica figlia“. C’è ancora un processo da portare avanti e su questo la mamma di Tiziana è determinata e non mollerà mai: “C’è la risposta del Garante della Privacy che stiamo aspettando. Le regole sul web devono cambiare, coloro che diffamano devono pagare multe salatissime. La modifica della legge va fatta. Io mi batterò nel nome di mia figlia per evitare altri suicidi, altri omicidi del web“.