Scontro Misso-Mallardo sui social dopo l'arresto del nipote del boss
Botta e risposta a colpi di post velenosi e offensivi quella andata in scena su Facebook dopo la pubblicazione di un articolo relativo all’arresto di Emiliano Zapata Misso, 36enne, nipote di Giuseppe Misso, 71 anni, detto ‘o Nasone, storico boss del Rione Sanità fino al decennio scorso, oggi collaboratore di giustizia.

A denunciare l’accaduto il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli che ha pubblicato sulla propria bacheca gli screenshot dello scontro tra un “Misso” e un “Mallardo” avvenuto sotto a un link pubblicato dal quotidiano Il Mattino. “Due esponenti delle famiglie Mallardo e Misso – scrive Borrelli – hanno passato ore a minacciarsi e insultarsi pubblicamente sulla pagina social del quotidiano commentando la notizia su fb. Mancava solo che si dessero appuntamento per una sparatoria. Sono senza parole”.
Che siano due esponenti delle note famiglie camorristiche napoletane è presto per dirlo. Su Facebook i “fake” sono sempre dietro l’angolo. Tuttavia non sono da escludere legami di parentela tra i due protagonisti del botta e risposta andato in scena sul popolare social network e le due note famiglie malavitose che negli anni ’90 e 2000 si sono affrontante per il controllo della città di Napoli. Da una parte c’era il cartello dell’Alleanza di Secondigliano composta dalle famiglie Licciardi, Contini, Mallardo (supportate da clan minori come i Lo Russo e i Vastarella), dall’altra il sistema composto dai Misso-Mazzarella-Sarno. Allo stesso tempo i Misso in quegli anni dovevano fare i conti anche con una scissione interna il gruppo Torino.
Lo stesso Emiliano Zapata Misso giocò probabilmente un ruolo decisivo nello scontro tra le opposte fazioni. Figlio di Umberto, fratello di Giuseppe ‘o Nasone, Emiliano nel 2006 regala un grosso dispiacere allo zio. Dopo il pentimento del fratello Giuseppe Misso detto ‘o Chiattone (indicato come l’erede alla guida del clan dopo il regno di ‘o Nasone), arriva infatti anche il suo passaggio dalla parte dello Stato (anni dopo arriverà anche quello di ‘o Nasone). Una decisione che spiazza il clan e che fornisce informazioni preziose agli investigatori nel ricostruire la lunga scia di sangue avvenuta negli anni addietro. Negli anni successivi Emiliano Zapata Misso si è rimangiato tutto interrompendo la collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
Nel tardo pomeriggio di sabato scorso, 2 settembre, Emiliano Zapata Misso, sottoposto agli arresti domiciliari per 416 bis e condannato dalla Corte d’Assise d’Appello a 8 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio doloso aggravato, è stato arrestato dai poliziotti per aver violato le norme legislative sul contro delle armi. Nel bagno della sua abitazione, nella zona di via Duomo, aveva 4 molotov (bottiglie di vetro da 0,66 litri contenenti liquido infiammabile, la cui estremità era avvolta da un pezzo di stoffa). Con i quattro ordigni c’era anche una bottiglia di plastica contenente due litri di liquido infiammabile. In una borsa della moglie gli agenti hanno inoltre rinvenuto la replica in metallo di una pistola, priva del tappo rosso e con un colpo a salve in canna.