I ricercatori hanno diramato l’allarme sull’estinzione del genere umano. Secondo alcuni studi, negli ultimi 40 anni, la concentrazione degli spermatozoi negli uomini dei paesi occidentali è diminuita più del 50%. Ad effettuare la ricerca è stata l’Università Ebraica di Grusalemme che trova conferma nel congressi europei tenuti dall’Eshre, la società europea di embriologia e riproduzione umana.
I ricercatori hanno effettuato una revisione di dati provenienti da studi condotti negli ultimi quattro decenni e pubblicati su Human Reproduction Update, un’importante rivista scientifica che tratta argomenti di biologia riproduttiva e di ginecologia. I dati si riferiscono a maschi che abitano in regioni occidentali ricche come Europa, America del Nord, Australia e Nuova Zelanda. Si rileva una riduzione della concentrazione degli spermatozoi del 52,4% e un calo del 59,3% del numero totale degli spermatozoi, ciò che preoccupa è che il calo è costante dunque se continuasse così il tasso di riduzione l’essere umano potrebbe estinguersi.
L’epidemiologo Hagai Levine ha dichiarato alla Bbc di essere molto preoccupato per quello che si sta verificando. Il fenomeno è stato confermato anche dalla Società Italiana di Andrologia infatti nel nostro paese sono ben 250 mila le coppie non fertili e in circa la metà dei casi alla base vi è l’infertilità maschile. Questi dati sono preoccupanti e riguardano esclusivamente l’uomo occidentale in quanto non si nota la problematica negli uomini dell’America del Sud, Africa ed Asia. Antonino Guglielmino, Presidente della Società Italiana della Riproduzione Umana, ha spiegato il motivo di questo calo esclusivamente nei paesi occidentali: “Una ragione valida riguarda l’aumento degli “interferenti endocrini” nell’ambiente, ovvero delle sostanze chimiche, fra cui pesticidi, che agiscono sul sistema ormonale, sia durante la vita che in fase prenatale“. Fondamentali sono anche le cattive abitudini non salutari e fattori ambientali come fumo, obesità, stress e malattie sessualmente trasmesse.
