Ormai l’estate è alle porte. E quale parte d’Italia, se non il Sud, ha iniziato a godere in anticipo dei benefici della bella stagione? E, quando si pensa al mare, immediata scatta nella testa l’associazione con la sabbia che, in napoletano, risponde al nome di rena. Si tratta di un termine adoperato anche nella Lingua Italiana tant’è che è presente in moltissimi vocabolari anche se gli si preferisce il più diffuso vocabolo di sabbia. Quello che ci si domanda non è tanto come mai il termine rena sia stato soppiantato dalla sabbia quanto piuttosto la strana coincidenza per cui dialetto e lingua ufficiale per una volta coincidono.
Per capirlo bisognerebbe fare un salto indietro nel tempo e risalire all’origine del termine napoletano di ‘a rena. A quanto pare questo vocabolo potrebbe essere fatto derivare dal termine latino “arena”. Col tempo, a casa di una variazione aferetica, la vocale iniziale del vocabolo arena pare sia caduta trasformando così suddetta parola nel termine dialettale napoletano che noi tutti oggi conosciamo e che pronunciamo senza alcun tipo di remore soprattutto quando ci troviamo a tu per tu con il mare.
Non finisce qua. Il termine latino “arena”, infatti, sarebbe da far risalire al verbo areo che, tradotto letteralmente, significherebbe per l’appunto “essere arido, secco o asciutto”, con il chiaro riferimento a quella parte del mare, di un fiume o di qualsiasi altro specchio d’acqua che renderebbe possibile entrare in contatto con la sabbia senza per questo doversi per forza bagnare. Insomma, come spesso capita, anche il napoletano, così come la lingua italiana, deve ringraziare il latino per i molti vocaboli presi in prestito.
E, nonostante sia trascorso molto tempo da quando era in uso questo antico linguaggio, oggi come ieri continua a sopravvivere anche nel nostro dialetto il tempo che fu e, di conseguenza, tutti i retaggi culturali a cui ancora siamo legati senza saperlo.