Un poliziotto infedele e un cugino di secondo grado del boss Antonio Iovine (oggi collaboratore di giustizia) sono i destinatari delle due ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, che rientrano nell’ambito della strage di camorra avvenuta il 22 aprile del 1989 a Casal Di Principe, nel Casertano. L’operazione è stata eseguita dagli agenti del Servizio Centrale Operativo della polizia.
Quel giorno di 18 anni fa vennero uccise ben quattro persone nell’ambito della faida tra l’organizzazione casalese e la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. A morire furono Antonio Pagano, vero obiettivo dei sicari, Giuseppe Mennillo, Giuseppe Orsi e Giuseppe Gagliardi.
Pagano, fedele militante dell’organizzazione cutoliana, era da poco uscito dal carcere e i Casalesi temevano che potesse riorganizzarsi e dare fastidio sul territorio, ormai controllato dal clan di Antonio Iovine.
Lo stesso Iovine, insieme a Raffaele Diana e Giuseppe Caterino sono stati condannati all’ergastolo, nell’ambito del processo Spartacus, perché ritenuti gli esecutori materiali dell’omicidio. Nel corso degli ultimi anni, grazie proprio alle dichiarazioni del boss pentito, si è documentato il ruolo di Giancarlo Iovine, 54 anni, cugino di Antonio Iovine, che nei giorni precedenti al sanguinoso agguato di camorra aveva messo a disposizione di tre sicari un appartamento a San Crispano (Caserta), situato nei pressi dell’abitazione di Antonio Pagano. Giancarlo Iovine deve rispondere di associazione mafiosa, detenzione e porto illegale di armi, aggravato dalla finalità mafiosa.
Coinvolto anche un poliziotto, Stefano Valletta, 56 anni, che negli anni è più volte entrato, su richiesta di Giancarlo Iovine, nel sistema di indagine della polizia per verificare se il cugino del boss fosse indagato. Valletta è stato sospeso dal servizio.
