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Incendio alla Sanità, a fuoco la casa dell’architetto Diego Nuzzo

Nella notte tra lunedì e martedì è avvenuto un incendio al Rione Sanità. Ad essere stata avvolta dalle fiamme è stata la porta di ingresso dell’abitazione di Diego Nuzzo, scrittore, architetto e critico letterario famoso per la sua attività di denuncia contro la camorra. Le fiamme sono divampate vicino ai contatori del gas, sarebbe potuta accadere una vera tragedia, il rischio, infatti, era che saltasse in aria l’intero edificio.

Incendio alla Sanità, a fuoco la casa dell'artista Diego Nuzzo

Sul posto sono giunti immediatamente i vigili del fuoco che hanno arginato le fiamme ed evitato che accadesse il peggio. Secondo quanto denunciato dallo stesso Diego Nuzzo su Facebook, non si tratterebbe di un incendio accidentale, dal momento che nel punto da cui sono partite le fiamme, non c’è nessun cavo elettrico.

Qualcuno potrebbe aver cosparso la porta della casa di Nuzzo, in discesa Sanità n.20, per poi darle fuoco. E’ stato lo stesso Nuzzo a dare l’allarme dopo aver visto il fumo rientrando in casa. Le fiamme erano arrivate anche al vano superiore, per l’artista non ci sono dubbi, è un chiaro segnale contro di lui. Già a Capodanno, ha raccontato Nuzzo nel suo post su Facebook, c’era stato un incendio vicino casa sua provocato da alcuni fuochi d’artificio:
Il fuoco e l’invidia
Per tutti coloro che il primo gennaio hanno gioito, brindato, festeggiato per l’incendio che ha devastato casa mia ho due notizie: una buona e una cattiva.
Quella buona è che siamo saliti di livello. Dall’incendio “accidentale” di capodanno siamo passati a quello doloso. Stanotte qualcuno ha appiccato il fuoco probabilmente con della benzina alla porta di casa con il rischio di far saltare in aria tutto il palazzo visto che sono andati a fuoco anche i contatori del gas. I danni sono ingenti come sempre quando si tratta di fuoco. Un’intimidazione di chiaro stampo camorristico. Qualcuno non vuole che si ritorni a sorridere, a fare cultura, a stare bene. Qualcuno ritiene che a Discesa Sanità si debba vivere nel terrore e nell’incultura, nella barbarie e nella violenza.
La cattiva notizia è invece che nonostante la vostra invidia da buoi castrati, da maiali che sguazzano nel fango senza guardare mai il cielo, da odiatori di professione che riescono a godere solo dei problemi altrui, noi non smetteremo mai di sorridere, di avere entusiasmo, energia, voglia di bellezza, desiderio di condividere, di trasmettere positività.

Lo dobbiamo alla vita“. Queste le parole con cui l’architetto ha raccontato quanto accaduto.