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Omicidio Fortuna Loffredo, nuova testimonianza di Raimondo Caputo

Si è tenuta oggi una nuova udienza del processo contro Raimondo Caputo, accusato di essere l’assassino della piccola Fortuna Loffredo, la bambina morta lo scorso giugno del 2014, precipitando nel vuoto da un edificio del Parco Verde a Caivano. Titò, nome con cui è conosciuto l’imputato, davanti alla quinta sezione della Corte d’Assise di Napoli, ha ribadito quanto aveva detto lo scorso marzo del 2016, che a uccidere Chicca sarebbero state Marianna Fabozzi e la figlia più grande.

Omicidio Fortuna Loffredo, nuova testimonianza di Raimondo Caputo

Caputo ha sempre detto che ad ammazzare Chicca era stata la sua ex compagna Marianna Fabozzi e che lui al momento del delitto, si trovava in strada con la bimba più piccola, unica sua figlia biologica delle tre bambine della Fabozzi.
Fortuna è stata buttata giù da Marianna Fabozzi con l’aiuto della sua figlia maggiore“, queste le parole di Titò, che nel corso del processo ha fornito versioni sempre molto confuse su quanto accaduto, fatta eccezione per la sua innocenza, ribadita più volte.

In aula era presente anche Marianna Fabozzi che a ogni parola del suo ex compagno scuoteva la testa in segno di disapprovazione. Il movente dell’omicidio resta poco chiaro, Titò sostiene che tra la Fabozzi e la mamma di Fortuna, Mimma Guardato, non corresse buon sangue e nemmeno tra la figlia grande, che ha detta sua era presente al momento dell’omicidio, e la piccola Chicca. Caputo ha poi ribadito che la Fabozzi ha ucciso anche suo figlio, il piccolo Antonio Giglio, caduto nel vuoto in circostanze sospette.

Caputo, che ha sempre ammesso di aver abusato della figlia più grande di Marianna Fabozzi, nel corso dell’udienza di oggi, ha aggiunto che non l’aveva mai fatto prima della morte di Fortuna e che sarebbe stata la madre, sua compagna all’epoca, a spingerlo a farle una cosa del genere.
Era Marianna che mi chiedeva di farlo e non è mai successo prima della morte di Fortuna“.

Anche qui il motivo non sarebbe chiaro, ma Titò ha spiegato che non ha mai detto niente perché temeva di perdere la sua bambina. Il processo per l’omicidio di Fortuna Loffredo è sempre più intricato, è ancora difficile comprendere cosa sia realmente accaduto quel terribile 24 giugno del 2014 e chi siano i veri responsabili della morte della povera Chicca.