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La rivolta in carcere contro il boss pentito, a guidarla Salvatore Liccardi del clan Polverino

Mafioso di Paternò, Giuseppe Alleruzzo sarebbe dovuto essere trasferito per sicurezza in un altro carcere. Il boss dell’omonima famiglia è uno dei criminali più pericolosi di Cosa Nostra accusato di diversi omicidi. Alleruzzo è diventato nel 1987 collaboratore di giustizia dopo che gli furono uccisi moglie e figlio. Ma per un pentito la vita non è facile, soprattutto se convivi con altri elementi della criminalità organizzata.

La rivolta in carcere contro il boss pentito, a guidarla Salvatore Liccardi del clan Polverino

Così 30 detenuti con a capo il boss Salvatore Liccardi del clan Polverino non solo si sono opposti al trasferimento di Alleruzzo ma hanno attentato alla sua vita. Infatti senza l’aiuto della polizia penitenziaria il mafioso sarebbe stato linciato dal commando guidato da Liccardi. Una vera e propria rivolta che ora costerà al criminale napoletano un’accusa per aggressione, violenza e minacce.

Alleruzzo ha contribuito alla ricostruzione degli omicidi commessi da Cosa Nostra a Catania. Nel 1997 è stata attuata un’altra vendetta nei suoi confronti, a morire per mano della mafia è stato il nipote ed omonimo Giuseppe Alleruzzo.