Voce di Napoli | Navigazione

Michele Zagaria, il boss scapolo dalle numerose amanti

Non si è mai sposato, fattore che ha reso la sua latitanza lunga e difficile da interrompere. Il motivo? Semplice: se non hai legami non sei ricattabile, se non hai persone a te vicine da poter seguire, intercettare e sorvegliare, è più facile non lasciare tracce e diventare invisibile. Ma un boss, soprattutto uno dei più potenti sullo scenario camorristico, non può non mostrare la sua virilità. Così Michele Zagaria, storico capoclan dei Casalesi, è ricordato come un grande latin lover e tombeur de femmes.

Ma secondo le dichiarazioni dell’ex capo della squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani, sarebbe stata proprio una donna la causa dell’arresto di Zagaria. Pisani che nel 2010 è stato protagonista dell’arresto del boss Antonio Iovine, quando è stato sospeso da dirigente della polizia di stato (probabilmente con una deroga dell’autorità giudiziaria) è riuscito ad entrare all’interno del covo di via Mascagni a Casapesenna, luogo in cui si nascondeva proprio Zagaria.

Michele Zagaria, il boss scapolo dalle numerose amanti

Pisani ha rivelato alcuni retroscena importanti su come le forze dell’ordine siano riuscite a catturare il pericoloso boss. Infatti tutta l’area intorno a via Mascagni, il centro di Casapesenna, era blindato e sorvegliato dagli uomini del capoclan. Inoltre, vi era una schermatura delle comunicazioni sull’intera zona, volta ad impedire qualsiasi intercettazione. Insomma, gli agenti speciali dovevano accedere al”interno di un vero e proprio fortino e farlo avrebbe significato far scattare l’allarme da parte degli uomini di Zagaria.

Ecco che entra in gioco una donna, pedina fondamentale dell’intera operazione. Pisani ha dichiarato che lei era considerata l’amante di Zagaria e per questo era tenuta sotto costante osservazione. Proprio grazie alla donna in questione è stato possibile arrivare fino al super boss, famoso per i numerosi incontri che aveva con le sue amanti su tutto il territorio del casertano.

La latitanza di Zagaria durò a lungo anche perché il boss non essendosi spostato non ha creato punti di riferimento utili agli investigatori per raccogliere indizi essenziali come avvenne invece per la cattura di Francesco Schiavone Sandokan.