Voce di Napoli | Navigazione

Prestanome del clan Mallardo, chiesti 14 anni per Pino Taglialatela

Richiesta choc per l’ex portiere del Napoli Giuseppe Taglialatela imputato nel processo “Crash” che coinvolge il clan Mallardo, attivo a Giugliano e nei comuni a nord di Napoli.

Durissime accuse per l'ex portiere del Napoli, Pino Taglialatela
Foto: spazionapoli.it

Per “Batman”, così come era soprannominato dai tifosi, la richiesta del magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Maria Cristian Ribera, è di 14 anni di reclusione. Taglialatela è accusato di intestazione fittizia di beni e di associazione a delinquere. Le richieste nel complesso arrivano a ben 110 anni di carcere.

Secondo l’accusa, Taglialatela era prestanome di un affiliato di spicco del clan, Mauro Moraca, genero del boss Francesco Mallardo, marito della figlia, e attualmente in carcere per altri reati. Quest’ultimo utilizzava quindi veicoli intestati al portiere per trarre beneficio della sua residenza a Ischia

Queste le altre richieste nei confronti degli esponenti del clan Mallardo: Mauro Moraca, 24 anni, Giuliano Amicone 20 anni, Carlo Riccardo De Cicco 16 anni, Bernardino Diana 6 anni, Giancarlo Pirozzi 15 anni, Raffaele Graziano 4 anni. Per Silvio Diana e Feliciano i reati sono estinti perché i due sono morti.

Giuseppe Taglialatela, detto Pino, è stato portiere del Napoli per ben cinque stagioni, a partire dall’estate del 1993. Nel 1999 passò alla Fiorentina esordendo in Champions League. Ha concluso infine la sua carriera come calciatore con l’Avellino in serie B. Per qualche anno è stato allenatore dei portieri dell’Ischia Isolaverde. Il 2 luglio 2014 è diventato presidente della società per poi lasciare la carica il 28 ottobre 2014.