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Anac, il Cdm ridimensiona il “potere” di Cantone. Palazzo Chigi: “Già prevista una soluzione”

La legge delega, approvata un anno fa e che ha stabilito dei nuovi parametri per l’attuale codice degli appalti, sarebbe già stata stravolta. In particolare, il Cdm (Consiglio dei ministri), avrebbe abrogato il comma 2 dell’articolo 211 che attribuisce maggiori poteri al presidente dell’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione), Raffaele Cantone. Subito furenti le polemiche, con Palazzo Chigi che ha già assicurato un celere rimedio.

La norma che verrebbe cancellata riguarderebbe la possibilità per l’Anticorruzione d’intervenire in casi di macroscopica irregolarità senza aspettare un giudice.

Dobbiamo verificare, perché se le norme producono questi effetti, il Consiglio dei ministri deve fare una riflessione“, queste le dichiarazioni di Andrea Orlando, ministro della giustizia e candidato alle prossime primarie del Partito Democratico. Dal governo, alcune fonti (come riportato da La Repubblica), hanno affermato che “Non c’è alcuna volontà politica di ridimensionare i poteri dell’Anac e presto sarà posto rimedio già in sede di conversione del DEC e in maniera inequivocabile“. Nel frattempo il premier Paolo Gentiloni avrebbe già sentito da Washington Raffaele Cantone che dopo aver manifestato il suo stupore si sarebbe tranquillizzato.

Questa soppressione è un atto grave e i responsabili devono assumersene la responsabilità. Siamo di fronte a una violazione del rapporto tra Parlamento e governo, con l’abrogazione di uno strumento innovativo, l’articolo 2 appunto, voluto dal Parlamento. Uno strumento fortemente innovativo, col conferimento all’Anac di poteri sostanziali. Chiediamo al presidente Gentiloni e al ministro Delrio che venga posto rimedio a questo blitz che qualcuno ha compiuto“, hanno dichiarato Stefano EspositoRaffaella Mariani della commissione Lavori Pubblici del Senato