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Riciclo di danaro, usura e regali di matrimonio: le confessioni del pentito Lo Russo

Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Lo Russo, stanno aprendo nuovi e inaspettati scenari che riguardano le indagini al vaglio della giustizia antimafia. Stiamo parlando della vicenda che ha permesso di venire a conoscenza degli ingenti capitali illeciti riciclati attraverso i locali della movida napoletana.

Sono stato io a dare ai figli di Mario Potenza, Bruno e Salvatore,600 mila euro in contanti. Loro me li avrebbero conservati e mi avrebbe dato ogni mese 5 mila euro che giravo a mia figlia Teresa come rendita personale“, queste le dichiarazioni di Lo Rosso ai pm.

Riciclo di danaro, usura e regali di matrimonio: le confessioni del pentito Lo Russo
Da sinistra, Salvatore Lo Russo, Cesare Pagano e Antonio Lo Russo

Da queste ultime “confessioni” l’ex boss de I Capitoni, parla anche di Mario Potenza: “Era un grosso contrabbandiere di sigarette e negli anni Ottanta ha accumulato un patrimonio ingente che ha reinvestito nell’usura“. Da queste parole, dette al pubblico ministero della Dda di Napoli Enrica Parascandolo tra il 2012 e il 2013, è stato delineato un primo ritratto dell’uomo che sarà poi imputato insieme ai figli e ad alcuni imprenditori, nella grossa inchiesta sul riciclaggio di denaro sporco in alcune attività ristoratrici del lungomare di Napoli.

Dalle telefonate nella sua casa al quarto piano al Pallonetto di Santa Lucia, è nata l’intera inchiesta su Mario Potenza che si è rivelato il re del contrabbando a Napoli. Ce lo dicono tutti i pentiti e lo conferma lo stesso Mario che si è presentato all’indomani del sequestro, da parte della Dia, di otto milioni di euro nascosti in casa sua. Egli dice di aver cambiato attività e di dedicarsi al prestito di soldi, con tassi dell’1 per cento al mese. Dalle intercettazioni nasce l’intera inchiesta ed è lo stesso Potenza che afferma che dalle telefonate captate sarebbero potuti nascere altri sei processi“, queste le dichiarazioni del pm Parascandalo.

Intanto, dalle dichiarazioni di un altro collaboratore di giustizia, Emanuele Ferrara, è stato possibile risalire ad un altro dettaglio che collega Potenza ai Lo Russo e questi ultimi ai Pagano: “Nel ristorante di Potenza a Lucrino, che si chiama Villa delle Ninfe, Antonio Lo Russo ha celebrato il suo matrimonio. Al ricevimento sono stati invitati tutti i boss di Secondigliano e Cesare Pagano regalò ad Antonio 100mila euro in contanti“.