E’ stato capace di narrare in modo unico e indimenticabile storie avventurose e poliziesche che hanno avuto la capacità di rappresentare le contraddizioni dei sentimenti umani. Jiro Taniguchi ha reso poesia la quotidianità dell’essere umano, attraverso delle tavole che sembrano dei veri e propri dipinti. I personaggi del famoso disegnatore giapponese intraprendono “passeggiate di ore e giorni, mai pronunciando parola, per metropoli affollate e montagne deserte osservando, e non giudicando, tutte le stranezze, le brutture e le bellezze del mondo“, come scritto sul Corriere della sera.
Tra le opere più importanti di Taniguchi ci sono “La montagna magica” e “Quartieri lontani”, divenuti dei classici del genere delle graphic novel. La notizia della morte del fumettista è stata comunicata dalla casa editrice Casterman. Taniguchi è nato il 14 agosto del 1947 nella prefettura di Tottori; secondo il suo editore l’artista giapponese è stato “un ponte fra il manga e il fumetto occidentale”, oltre che un “incontestabile maestro del genere“.
Taniguchi è stato un profondo studioso e conoscitore del fumetto europeo. Infatti, proprio per questo, il disegnatore è riconosciuto come l’artista asiatico ad aver segnato un distacco dalla produzione nipponica tradizionale, avvicinandosi e integrandola a quella occidentale. Nel 2015 il fumettista del Sol Levante è stato omaggiato nel festival di Angoulême.