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“I Casalesi come la camorra metropolitana”. Ecco gli stipendi d’oro per Sandokan e figli

Nel giro di una settimana la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, con l’ausilio di Dia e Carabinieri, ha effettuato oltre 70 arresti nei confronti del clan dei Casalesi, fazione Bidognetti e Schiavone-Venosa.

Operazioni entrambe coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli che ha sottolineato “come oggi non esiste un unico clan dei Casalesi ma gruppi facenti capo alle varie famiglie che avvicinano la criminalità organizzata casertana a quella metropolitana“. Non c’è più dunque un’unica regia bensì ogni singola fazione continua a portare avanti i proprio affari illeciti. Una situazione che potrebbe degenerare da un momento all’altro scatenando violenza e brutalità. “Per questo il nostro lavoro è stato quello di anticipare le emergenze – spiega il titolare della Procura di Napoli, Giovanni Colangelo – così da intervenire ed evitare che questi nuovi fenomeni provochino ulteriori fatti di sangue”.

Il colpo inferto alla fazione Schiavone-Venosa, mira proprio a impedire la fortificazione di un gruppo criminale organizzato che, grazie ai proventi ricavati dalle estorsioni per la vendita della droga e da quelle imposte con il gioco d’azzardo, riusciva a racimolare dai 30 ai 40 mila euro al mese. Soldi preziosi che servivano principalmente ad assicurare uno stipendio agli affiliati detenuti al 41 bis, tra cui il boss storico Francesco Schiavone, detto Sandokan, e alle loro famiglie. “Nonostante avessero reddito quasi pari a zero – continua il procuratore Borrelli – queste persone continuavano ad avere un tenero di vita decisamente alto”. Stipendi che andavano dai 500 euro al mese per i semplici affiliati ai circa 2-2500 euro destinati invece ai capi e alle loro famiglie, tra cui quella di Schiavone.

Tra i 43 destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare, denominata Jackpot, eseguita dai carabinieri di Casal di Principe guidati dal capitano Simone Calabrò c’è anche uno dei cinque figli di Sandokan. Si tratta del secondogenito Walter Schiavone, detto ‘la capra’, finito in carcere perché incassava lo stipendio d’oro destinato alla sua famiglia.

Tutti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, ricettazione, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, intestazione fittizia di beni, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi, tutti aggravati dal metodo mafioso e commessi per agevolare il clan dei Casalesi.

L’indagine, condotta da agosto 2014 a dicembre 2016, mediante attività tecniche, dichiarazioni testimoniali delle vittime di estorsione, escussione e analisi delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia ha consentito di ricostruire l’articolazione di un’associazione di tipo camorristico, operante nei comuni dell’Agro Aversano, riconducibile al clan dei casalesi, fazione Schiavone-Venosa, il cui reggente pro-tempore era Venosa Raffaele, divenuto collaboratore di giustizia dopo l’arresto operato dalla stessa Polizia Giudiziaria nel maggio 2015 per il duplice omicidio Pagano-Coviello. Individuate inoltre tutte le attività illecite con cui veniva alimentata la cassa del clan cosicché il reggente fosse in grado di procedere mensilmente al pagamento degli “stipendi” che venivano consegnati ai figli o alle mogli dei detenuti al 41 bis.

Gli affari illeciti andavano dall’estorsioni ai commercianti operanti nel territorio di egemonia all’imposizione dell’installazione di slot machine distribuite dalla società prescelta dal clan, i cui referenti, che sono indagati per concorso esterno in associazione di tipo mafioso, versavano una quota per ogni apparecchiatura installata in cambio del monopolio. C’era poi la gestione diretta del profilo di amministratore di una piattaforma di poker on line denominata DBG Poker da parte di Mary Venosa, figlia del reggente, e Verrone Giuseppe, uomo di fiducia del capo clan e all’epoca fidanzato di Mary, che si occupava anche di ritirare la percentuale dei proventi dai titolari dei bar ai quali la piattaforma era stata imposta. Infine l’istituzione di una bisca clandestina all’interno di un bar di Casapesenna il cui titolare, indagato per concorso esterno in associazione di tipo mafioso, in accordo con il clan, durante l’orario di chiusura organizzava partite del gioco della “zecchinetta” percependo da parte del Clan una percentuale sui guadagni.

Venosa Raffaele aveva organizzato una vera e propria associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti nella quale i gestori delle piazze di amnesia e marijuana, in cambio del monopolio nella propria zona e della protezione garantita dal clan, dovevano rifornirsi direttamente dall’associazione camorristica, mentre quelli impegnati nello spaccio di cocaina dovevano versare una quota fissa settimanale.

NOMI DEGLI ARRESTATI:

1. VERRONE Giuseppe, soprannominato “Peppe a Lutamm e “Peppe a Mutand” nato ad Aversa il 03.10.1984;

2. VENOSA Giuliano, nato San Cipriano d’Aversa ii 16.01.1972;

3. D’ERRICO Angelo, inteso “martelluccio”, nato a Frignano (CE) it 24.08.1953;

4, SCHIAVONE Francesco, detto “Sandokan”, nato a Casal di Principe (CE) it 03.03.1954;

5. SCHIAVONE Walter, detto “la capra”, nato a Loreto il 19/10/1981;

6. CANTIELLO Salvatore, detto “Carusiello” nato a Casal di Principe it 18.01.1970;

7. CANTIELLO Antonio, nato a Caserta 10.04.1995;

8. CERULLO Anna, nata a Casal di Principe 18.08.1973;

9. BIANCHI Giuseppe, nato a Casal di Principe 12.04.1978;

10. VENOSA Silvana, nata a Santa Maria C.V. 16.05.1977;

11. PACIFICO Dionigi, nato a Casal di Principe ii 07.10.1962;

12. PACIFICO Ettore, nato a Napoli it 07.07.1987;

13. BIANCO Augusto, nato a Casal di Principe ii 26.12.1963;

14. CAMMISA Anna, nata a San Cipriano d’Aversa  30.01.1969;

15. VENOSA Teresa, nata a San Cipriano d’Aversa  04/06/1973.

16. VENOSA Luigi, detto “o cocchiere” nato a San Cipriano d’Aversa ii 20.11.1953;

7. SIMONETTI Angelina, nata a Casal di Principe it 26.04.1954;

18. VENOSA Antonio, nato a San Cipriano D’Aversa it 02.07.1979;

19. DIANA Raffaele, detto “Rafilotto”, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) i116.09.1953;

20. DIANA Michele, nato a Caserta it 07.10.1985;

21. DE FALCO Salvatore, detto “Salvatoriello” nato a Caserta 08.06.1988;

22. ESPOSITO Francesco, detto “franco”, nato a Napoli 09.07.1955;

23. GALLO Giovanni, nato a Napoli 31.03.1979;

24. NAVARRA Giuseppe, detto “Peppe Marano” “peppe o’ nero”, nato a Napoli 13.02.1977;

25. ROSSI Salvatore, nato a Napoli il 06.07.1980;

26. MICILLO Carmine, nato a Villa Literno ii 25.08.1953;

27. D’AMBROSIO Gennaro, inteso “o’zio”, nato ad Aversa il 21.05.1974;

28. D’AMBROSIO Massimiliano, nato a Casaluce il 12/06/1981;

29. PICONE Pasquale, nato a Caserta il 01.07.1980;

30. FRATTOLUSO Salvatore, nato ad Aversa (CE) it 08.11.1982;

31. MICILLO Raffaele, nato a Napoli il 20.12.1979;

32. RECE Angelo, detto “o’caivanese” nato a Acerra (CE) il 17.06.1983;

33. PINTO Mario, nato a Napoli il 23.07.1986;

34. PAGANO Saverio, nato a Napoli it 06.02.1987;

35. PELLEGRINO Vittorio, nato ad Aversa (CE) il 01.07.1990;

36. DE CICCO Michele, nato ad Aversa (CE) il 3.12.1986.

37. D’ANGIOLELLA Michele, inteso “settecapelli”, nato a Caserta il 15.01.1993;

38. GABRIELE Giovanni, nato a Napoli il 11.06.1978;

39. BIANCHI Mario, inteso “o’scignon”, nato a Napoli il 03.07.1976;

40. GAROFALO Antonio, nato a San Cipriano d’Aversa il 22.10.1965;

41. VENOSA Massimo, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) il 30/01/1976;

MISURA CAUTELARE DEGLI ARREST’ DOMICILIARI NEI CONFRONTI DI:

42. MENNILLO Angelo, nato ad Aversa il 29.01.1988;

MISURA CAUTELARE DEL DIVIETO DI DIMORA NELLA REGIONE CAMPANIA NEI CONFRONTI DI:

43. VENOSA Maria, intesa “Mary” nata ad Aversa il 02/06/1990.