Dopo una lunga ristrutturazione, durata oltre 3 anni, le statue dei Re di Napoli sono finalmente pronte a tornare a splendere agli occhi del pubblico. I sovrani che hanno segnato il passato della città partenopea sono figurati e incastonati all’esterno del Palazzo Reale in un caratteristico luogo ricco di storia come Piazza Plebiscito.
Le statue furono delegate da re Umberto I nel 1888 e posizionate all’interno di nicchie della facciata rimaneggiata dal Vanvitelli. Da sinistra verso destra il primo re è Ruggiero il Normanno, lavoro di Emilio Franceschi, segue Federico II di Svevia, scolpito da Emanuele Caggiano; Carlo d’Angiò fu un’opera di Tommaso Solari. Inoltre ritroviamo, Alfonso V d’Aragona detto “il Magnanimo”, scalpellato da Achille d’Orsi; a seguire Carlo V d’Asburgo, re che dal 1519 al 1556 affidò il governo della città ai suoi viceré, in un capolavoro di Vincenzo Gemito. L’illuminato Carlo III di Spagna è opera di Raffaele Belliazzi, mentre il francese Gioacchino Murat fu scolpito da Giovan Battista Amendola. Infine campeggia Vittorio Emanuele II di Savoia, re d’Italia dal 1861 al 1878 ritratto da Francesco Jerace. A tal proposito è bene ricordare, che proprio, il nome attuale della piazza risale all’epoca dell’Unità d’Italia. Prima che il Regno di Napoli perdesse la sua indipendenza, infatti, la piazza era denominata “Largo di Palazzo” e più volte si è pensato di riprenderne l’appellativo.
LA STORIE DEI NAPOLETANI – Alle opere appena citate è collegata una simpatica storia antica. Una narrazione napoletana del tutto particolare che cita le sculture in questione. Nello specifico le ultime quattro statue: Carlo V d’Asburgo, con un dito rivolto verso il basso, sembra chiedere: “Chi ha fatto pipì per terra?”. A seguire Carlo III risponde a tono: “Io non ne so niente”, mentre Gioacchino Murat afferma fieramente: “Sono stato io e allora?”. A questo punto prende la parola Vittorio Emanuele che estraendo la spada esclama: “Ora te lo taglio!”. Non sono poche le storie legate alla piazza, non si può infatti non citare, la sfida per eccellenza, quella che ogni cittadino partenopeo ha tentato almeno una volta nella vita: attraversare la piazza completamente bendato.