E’ morta Fabrizia Di Lorenzo, la 31enne italiana che risultava dispersa dopo la strage ai mercatini di Natale di Berlino del 19 dicembre.
Lo annuncia, via Twitter, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che conferma il decesso della donna originaria di Contursi (Salerno) ma residente a Sulmona in Abruzzo prima del trasferimento nella capitale tedesca.
L’Italia ricorda Fabrizia Di Lorenzo, cittadina esemplare uccisa dai terroristi. Il Paese si unisce commosso al dolore della famiglia
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 22 dicembre 2016
“La notizia della identificazione di Fabrizia Di Lorenzo tra le vittime della strage di Berlino conferma i peggiori timori dei giorni scorsi. Il dolore per la sua morte è grande. Ancora una volta una nostra giovane connazionale rimane, all’estero, vittima della insensata ed esecrabile violenza del terrorismo. Esprimo ai genitori e al fratello di Fabrizia la solidarietà e la vicinanza di tutto il nostro Paese”: lo afferma in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
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Per la strage dei mercatini di Natale, dove sono morte 12 persone e sono state ferite almeno una cinquantina, c’è un solo sospettato dopo il rilascio del 23enne pakistano. Si tratta di Anis Amri, 24enne tunisino che per 4 anni è stato in carcere a Palermo era considerato una persona molto violenta. Dopo aver scontato la pena ha ricevuto un provvedimento di espulsione dal nostro paese. Provvedimento che, però, non è andato a buon fine perché le autorità tunisine non hanno effettuato la procedura di riconoscimento nei tempi previsti dalla legge. Lo si apprende da fonti investigative secondo le quali l’uomo ha successivamente lasciato l’Italia per la Germania.
I documenti di Anis Amri sono stati ritrovati sul tir della morte, di cui si è impadronito dopo una colluttazione con l’autista polacco, Lukasz Urban, 37 anni, ucciso poi a colpi d’arma da fuoco.
“Si era forse radicalizzato nel carcere italiano dopo che aveva lasciato la Tunisia”, ha detto alla Bild Abdelkader Amri, uno dei suoi fratelli rintracciato in Tunisia. “Se sarà provato che era coinvolto, non farà più parte della nostra famiglia”, ha aggiunto.