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Giornalismo italiano in lutto: addio ad Alberto Statera

Una storia lunga 47 anni e tutta dedicata al giornalismo. Alberto Statera è stato una firma storica del Gruppo l’Espresso e di Repubblica. Con “Terzo Grado” inventò l’intervista moderna, uno stile diretto e innovativo di fare inchiesta. Se n’è andato all’età di 69 anni.

Alberto Statera

Dopo l’Espresso è stato l’autore del rilancio della Nuova Sardegna, il primo dei quotidiani che ha diretto, poi negli anni duemila ha diretto anche il Mattino di Padova, la Nuova Venezia, la Tribuna di Treviso e il Piccolo di Trieste. Finché il suo percorso professionale non l’ha portato alla Mondadori, idillio lavorativo durato fino all’arrivo di Silvio Berlusconi alla guida del noto gruppo editoriale. Poi, prima di diventare editorialista di Repubblica, un breve passaggio come Direttore de La Stampa.

I suoi libri come molti suoi articoli hanno lasciato il segno: “Storie di Preti e di palazzinari” del 1977, “Un certo De Benedetti – In nome del capitalismo” del 1984, “Perché loro – Biografia non autorizzata di Silvio Berlusconi” del 1985, “Cossiga” sempre nel 1985, “Prodi” nel 1990, “Il Termitaio – I signori degli appalti che governano l’Italia” del 2009.