Mercoledì si terrà la seconda udienza del processo per l’omicidio di Fortuna Loffredo. Processo i cui i due imputati sono Raimondo Caputo, noto con il nome di Totò, ritenuto l’assassino di Chicca e la sua compagna, Marianna Fabozzi, accusata di non aver impedito che il compagno abusasse delle sue figlie piccole. Un processo volto anche a scoprire l’esistenza di un giro di abusi sessuali su minori che avverrebbe all’interno del Parco Verde.
A poche ore dalla prossima udienza, spunta una nuova testimonianza che potrebbe cambiare nuovamente tutto nel caso dell’omicidio della piccola Fortuna Loffredo. Testimonianza che potrebbe anche ribaltare completamente il corso del processo, qualora le parole di questa persona, la cui identità è segreta, trovino una qualche conferma nelle investigazioni.
Fortuna Loffredo: le tre bambine confermano le molestie di Caputo
Questo nuovo testimone ha parlato in un primo momento nel programma televisivo Mattino 5 e poi in un’intervista al quotidiano Il Mattino. Racconta di non aver parlato prima per paura, una paura che l’avrebbe bloccato e che tutt’ora lo terrorizza. Ha rilasciato una testimonianza che, se verificata, rovescerebbe tutto quello che si era creduto fino ad ora riguardo alla morte della piccola Chicca.
“Il punto dove si sarebbe schiantata la bambina non è quello dal quale sono partite le indagini. Io, una signora che quella mattina del 24 giugno del 2014 stava stendendo il bucato, un ragazzo che si trovava sul balcone di casa a fumare e un altro uomo, all’unisono, abbiamo notato che il corpicino di Fortuna, immobile sul selciato, era a quattro-cinque metri più a sinistra di dove è stata poi disegnata la sagoma dai carabinieri. La posizione del corpo era parallela al muro dell’Isolato, con la testa rivolta verso l’interno del cortile e i piedi in direzione opposta. Nessuno ha visto Chicca cadere. E anche la sagoma disegnata sull’asfalto era sbagliata, perché gli investigatori hanno ritenuto che Chicca fosse impattata perpendicolarmente al palazzo. Cioè con la testa parallela al muro e piedi verso il cortile più piccolo. Perché parlo solo ora? Ho avuto e ho paura. E anche per un rimorso di coscienza, che si è fatto insopportabile per la recente storia di un presunto caso di pedofilia su una bimba di quattro anni che sarebbe stata abusata, qui nel Parco Verde, dallo zio e dal nonno“.
Parole queste che, se dovessero essere confermate, confuterebbero la perizia del Gip di Roma, che aveva ipotizzato il punto del terrazzo da cui sarebbe precipitata Fortuna, partendo dal luogo dell’impatto. Riportato tra l’altro da alcune testimonianze, perché il corpo agonizzante di Fortuna fu spostato dal suo soccorritore, arrestato dopo poco con l’accusa di abusi sessuali sulle figlie. Parole che, invece, confermerebbero l’ipotesi del nonno materno di Chicca, Vincenzo Guardato, secondo cui la nipote sarebbe stata uccisa in un appartamento dell’edificio e poi portata fuori, per simulare una caduta accidentale.
Omicidio Fortuna Loffredo: spunta l’ipotesi di un complice
La nuova testimonianza, dunque, non fa altro che alimentare il mistero che aleggia attorno al Parco Verde, luogo dove sono stati scoperti troppi abusi sessuali su minori. E probabilmente molti ancora sono segreti. Infatti, più volte si è ipotizzato che l’omicidio di Fortuna Loffredo, possa essere la punta di un iceberg, di un giro di pedofilia molto più grosso. Ora bisognerà capire quale sia la posizione del giudice rispetto a questo testimone, se deciderà di ascoltarlo e quindi, quale sarà la direzione che prenderà il processo.