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Quagliarella e il suo addio al Napoli: “Avrei chiuso volentieri la carriera”

Fabio Quagliarella e il Napoli. Un rapporto turbolento, iniziato con i migliori propositi ma finito poi nel peggiore dei modi, con quella cessione alla Juventus che non è mai stata digerita dai tifosi napoletani.

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L’attaccante di Castellammare di Stabia, che con un suo gol ha sancito probabilmente la fine della breve esperienza nel calcio italiano di Frank de Boer, torna sul suo addio alla maglia del Napoli e rivela un particolare inedito.

Queste le parole di Quagliarella (che con il Napoli ha siglato 11 reti in 34 partite) durante la trasmissione Mediaset ‘Tika Taka’:

“Quando firmai per il Napoli il mio procuratore, Giuseppe Bozzo, mi disse che avrei concluso la mia carriera lì. Per me era un grande onore e una felicità immensa, chiudere la carriera a Napoli. Poi purtroppo è successo di tutto. Mi ha fatto molto male essere trattato in quel modo dalla mia gente. Io mi reputo un professionista, ciascuno la pensi come meglio crede. Nel mio cuore ci sono due squadre: Napoli e Juve Stabia”.

Quagliarella nell’estate del 2010 lasciò il Napoli per trasferirsi alla Juve dopo l’acquisto di Edinson Cavani. In quell’occasione l’attaccante stabiese si sentì scaricato dalla società di De Laurentiis che cercava di spingerlo verso la Russia dopo aver ricevuto un’ottima offerta. Poi Quagliarella andò alla Juve perché preferiva rimanere nel calcio italiano o in uno dei campionati principali europei.

Nel 2014 nel corso di un interrogatorio nel tribunale di Torre Annunziata (Napoli) nell’ambito del processo contro un agente di polizia postale accusato di essere stalker di vip e personaggio napoletani famosi, Quagliarella spiegò i motivi che spinsero la società a mandarlo via.

“Sono convinto che la mia cessione alla Juventus sia dovuta a quelle accuse assurde di essere camorrista e pedofilo contenute in una serie di lettere anonime giunte in qualche modo anche al presidente Aurelio De Laurentiis”.