Stava riorganizzando il clan ridimensionato dall’arresto eccellente del boss, Luigi Cimmino, e di alcuni affiliati. Così, dopo “27 anni di carcere” è tornata in prima linea a ricattare imprenditori e commercianti per ottenere “un aiuto per gli amici di cella”.
E’ stato arrestato in flagrante Gennaro Formigli, 70 anni, attuale reggente del clan Cimmino, attivo nei quartieri napoletani Vomero e Arenella, e sempre dedito al racket e agli appalti nella zona collinare della città.
I carabinieri hanno raccolto la denuncia del titolare di un parcheggio privato dell’Arenella e dopo un servizio di appostamento sono entrati in azione e hanno arrestato Formigli. Tutto è iniziato giovedì scorso quando alcune persone si sono presentate nel parcheggio come “la gente del Vomero”, recapitando al dipendente presente l’inquietante messaggio: “Torniamo domani per parlare con il proprietario“.
Quest’ultimo preoccupato si è presentato ai carabinieri della stazione Vomero-Arenella. Mentre stava raccontando tutto ai militari, l’uomo ha ricevuto una telefonata dagli “amici del Vomero” che chiedevano un incontro immediato.
I carabinieri hanno immediatamente organizzato un servizio di appostamento nei pressi dell’attività che ha consentito di osservare l’intera vicenda. Al rientro nel garage, il titolare è stato infatti avvicinato da una persona che annunciava l’immediato arrivo degli “amici”. Dopo pochi minuti si è materializzato Gennaro Formigli.
“Sono gennaro, tanto ti basta sapere…in passato non hai mai aiutato gli amici del vomero…io mi sono fatto 27 anni di carcere…ora è arrivato il momento di aiutare gli amici di cella: dovete fare un regalo ai compagni. Noi teniamo un sacco di problemi e li dobbiamo mantenere ai compagni di cella….cercate di capire….”.
Un tentativo di estorsione palese, aggravato dall’intimidazione e dall’appartenenza al clan camorristico radicato nel quartiere collinare.
I carabinieri sono quindi usciti allo scoperto e hanno arrestato Formigli, sottoposto a fermo per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e trasferito nella casa circondariale di Secondigliano. Il fermo è stato convalidato dal gip, che ha disposto la custodia in carcere.
L’ARRESTO DEL BOSS CIMMINO
Il clan era guidato fino allo scorso mese di marzo da Luigi Cimmino, 55 anni, arrestato a Chioggia, in Veneto, coadiuvato dal genero Pasquale Palma, 35 anni, arrestato lo stesso giorno (5 marzo) a Napoli. Entrambi erano ricercati per associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsione. Il provvedimento cautelare, emesso dal gip di Napoli su richiesta della locale Dda, aveva raggiunto Cimmino e Palma a luglio scorso. Scarcerati dal Riesame dopo qualche giorno, il boss e il genero si erano resi irreperibili, per divenire ufficialmente latitanti nei primi giorni di Febbraio 2016, quando su decisione della Suprema Corte di Cassasione il provvedimento cautelare è stato ripristinato.
Al momento dell’arresto Cimmino era in un’abitazione anonima in un condominio a Chioggia. Aveva una borsa pronta per una possibile ripartenza e 7mila euro in contanti. Denunciato a piede libero un 57enne Veneto per favoreggiamento personale. Cimmino è stato invece portato nel carcere di Venezia. A Napoli invece Pasquale Palma si nascondeva in un appartamento in via Matteo Renato Imbriani, al momento della cattura gli operanti hanno arrestato per favoreggiamento un 33enne napoletano.
L’ARMADIO E I LIBRI DI GRISHAM
Quando i carabinieri hanno fatto irruzione nell’abitazione, Cimmino ha tentato invano di nascondersi nell’armadio ma a tradirlo sono stati alcuni medicinali, che prende quotidianamente, presenti sul comodino della camera da letto. Nel suo covo i militari hanno trovato anche una decina di libri di John Grisham, lo scrittore statunitense esperto di gialli giudiziari.