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La leggenda di Mergellina: l’amore tra la ninfa e il pescatore

Mergellina è uno dei luoghi più belli e suggestivi di Napoli. Un luogo d’amore e magia, dove nel corso degli anni si sono susseguite diverse storie e leggende. Tra tutte, una è quella più misteriosa e meno conosciuta, che racconta dell’amore di un pescatore per una bellissima Ninfa, che risorse proprio da quello specchio d’acqua su cui si affaccia Napoli. E’ una delle storie raccontate dalla scrittrice Matilde Serao nella “Leggenda sull’amore”.

La leggenda di Mergellina: l'amore tra la ninfa e il pescatore

Matilde Serao narra la vicenda di: “Un pescatore abile e fortunato, colui di cui vi narro, e l’intiero suo giorno passava fra l’amo e le reti, lieto quando la pesca era abbondante”. La storia è di un pescatore che rimase estasiato alla vista di una bella ninfa. Era una calda giornata di pesca, sedeva su uno scoglio quando fu abbagliato dalla vista di una meravigliosa sirena marina.

(…)Dinanzi a lui sorse una Ninfa marina, dal corpo bianco e provocante, dai lunghi e biondi capelli che il vento sollevava, dallo sguardo verde e terso come il cristallo; ella cantava soavemente e le sue candide dita volavano sulla cetra“.

Tanto era attratto da quel canto soave, che il suo unico desiderio fu quello di gettarsi in acqua per raggiungere l’amata sirena.

Era così lusinghiero, così attraente il suo canto che il povero pescatore sentì struggersi il cuore e non avendo che l’ardente desiderio di raggiungere la sirena e morire in un supremo abbraccio, precipitò nel mare”. 

L’uomo rincorrendo il sogno di abbracciare la sua amata, annegò. Risalì a galla tre volte e poi scomparve per sempre. “Tre volte venne a galla, tre volte scomparve nel mare – e lui fortunato se potette con la morte pagare così infinito godimento“.

Quel posto dove annegò il pescatore fu chiamato Mergellina, in ricordo del suo nome. Si narra che ancora nelle luccicanti notti d’estate la ninfa risalga a galla per ammirare la bellezza della città.

Il sito dove egli precipitò fu chiamato Margellina dal suo nome e dicesi ancora, nelle fosforescenti notti d’estate, vi ricompaia la sirena“.