Uscì dal carcere e per riprendere in mano le redini del clan decise di uccidere il cugino, in forte ascesa negli ultimi tempi. A distanza di 5 anni, la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli ha ricostruito l’omicidio avvenuto nel cuore del centro storico della città.
Per la morte di Andrea Ottaviano, ucciso a colpi d’arma da fuoco l’11 giugno del 2011, sono state eseguite in mattinata ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del Tribunale di Napoli, nei confronti di quattro indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di omicidio, con l’aggravante delle finalità mafiose e favoreggiamento personale.
In particolare, per due degli indagati, entrambi detenuti (Luciano Mazzarella e Luciano Barattolo) e accusati dell’omicidio di Ottaviano, è stata disposta la custodia in carcere. Per gli altri due indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari perché responsabili di favoreggiamento: hanno occultato le tracce del delitto subito dopo l’esecuzione oltre ad aver reso false dichiarazioni alla polizia giudiziaria.
La vicenda, ricostruita dai magistrati grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, si inserisce nella logiche interne al clan Mazzarella, attivo nel centro storico della città (da Poggioreale a Forcella, fino a San Giovanni a Teduccio). Irrecuperabili erano i rapporti tra Luciano Mazzarella e il cugino Andrea Ottaviano, entrambi aspiranti a gestire le estorsioni alla Duchesca e Forcella.
Non a caso Mazzarella, tornato sulla scena criminale dopo la scarcerazione, aspirava a riprendersi il ruolo di boss che aveva prima di entrare in carcere. Per farlo però era chiamato a fare i conti con Andrea Ottaviano, suo cugino, divenuto nel frattempo “responsabile” del mercato della Maddalena, succedendo al fratello Paolo nel ruolo di reggente del clan.
Mazzarella decise così di liberarsi del cugino e per farlo chiese l’appoggio di buona parte della famiglia. L’omicidio di Ottaviano venne infatti consumato nell’abitazione di Mariarca Riera, moglie di Salvatore Barile, cugino sia di Mazzarella che di Ottaviano.
Ad accompagnare la vittima nell’abitazione fu Luciano Barattolo. Ottaviano venne raggiunto da diversi colpi di pistola. Tentò invano una fuga in strada ma venne raggiunto e finito dal cugino. Nell’occasione fu ‘prezioso’ il lavoro delle altre due indagate finite ai domiciliari. Si tratta di Mariarca Riera e Luisa Mazzarella che hanno fornito un reiterato ed efficace aiuto a sviare le indagini, adoperandosi anche a ripulire la scena del crimine dalle tracce di sangue lasciate dalla vittima nell’appartamento e sul pianerottolo del palazzo, con l’obiettivo di evitare ogni collegamento tra il delitto e Luciano Mazzarella.