Continuano disperatamente le ricerche dei sub di Palinuro, precisamente dell’ultimo disperso in mare, Silvio Anzola, in seguito al ritrovamento del corpo di Cammardella e Tancredi. Nel frattempo, emergono nuovi particolari che provano a far luce sul terribile incidente che il 19 agosto 2016 ha sconvolto le coste cilentane…
Alla ricerca del terzo sub dopo il ritrovamento degli altri due corpi: il viceprocuratore interroga i collaboratori di Cammardella
“Grotta della Scaletta”, questo il nome del luogo diventato una trappola infernale per il gruppo di esploratori subacquei, capitanati proprio da Mauro Cammardella, il titolare del centro diving che ha perso la vita pochi giorni fa. Ad indagare, il sostituto procuratore Vincenzo Palumbo che ha voluto ascoltare i quattro collaboratori del sub, tra i quali Paolo Fedullo:
È stato lui il primo a raggiungere Cala Fetente e a rendersi conto che qualcosa non andava. Subito dopo aver attraversato il cunicolo che conduce alla grotta, infatti, ha notato una pinna gialla che galleggiava. Da lì è scattato l’allarme e sono partite le ricerche, condotte da una squadra di coraggiosi sommozzatori dei vigili del fuoco, che da quattro giorni stanno scandagliando il fondale rischiando anche la loro vita per immergersi fino a 50 mt di profondità.
L’analisi della strumentazione dei tre sub
Il Procuratore Grippo, invece, è al lavoro sulla strumentazione tecnica del gruppo capitanato da Cammardella: “Parliamo di computerini, respiratori, bombole, mute– ha spiegato – Tutto ciò che avevano con sé i tre subacquei al momento della tragedia. Faremo analizzare il tutto da personale esperto“.
Il risultato di queste analisi potrebbe finalmente portare a qualche risposta sul perché tre sub esperti siano rimasti intrappolati senza via di scampo nella Grotta della Scaletta. Macchine in avaria? Sabbia che non ha più garantito la visibilità? Mancanza di segnale per inviare richieste di soccorso? Gli abitanti di Palinuro e i familiari delle vittime rimangono in attesa di spiegazioni.
