I napoletani questa volta non sono rimasti fermi a guardare. Hanno agito, hanno fatto sentire la propria voce e a suon di proteste e manifestazioni, e hanno vinto! Il Tesoro di San Gennero “non si tocca”: era questo lo slogan circolato per mesi tra i vicoli di Napoli e sui social network, dopo il decreto emanato dal ministro degli Interni, Angelino Alfano, che stabiliva la nomina di 4 membri della Deputazione da parte della Chiesa.
In ballo c’era il patrimonio del popolo napoletano e finalmente ieri mattina è stato siglato l’accordo che permette di mantenere quella che è la proprietà e gestione laicale del Tesoro di San Gennaro. Dunque tra Curia e Deputazione della Cappella del Tesoro è stata raggiunta un’intesa. L’organismo laico continuerà a gestire la cappella e le relique del Santo: una gestione che dura da oltre cinque secoli.
L’atto firmato il 23 aprile recita così:
La Cappella è un ente non ecclesiastico di fondazione e dotazione laicale sorto con beni patrimoniali di esclusiva fondazione laicale sul quale persiste il diritto di patronato della città di Napoli esercitato attraverso la Deputazione”. Le parti auspicano “che il ministero degli Interni tenga conto delle peculiarità e favorisca un epilogo che possa ridare serenità alla città di Napoli, scossa dalle ultime vicende relative alle incertezze inerenti alla qualificazione giuridica della Cappella e al governo della stessa