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Plastico di Pompei: il modello in 3D che fa rivivere la storia

È in corso, in questi giorni, il processo di digitalizzazione del plastico di Pompei che, grazie alla costruzione di modelli 3D, d’ora in poi sarà perfettamente navigabile in modo virtuale. Il plastico di riferimento fu realizzato in sughero e legno e rappresenta gli scavi archeologici più famosi al mondo. La sua costruzione si deve a Giuseppe Fiorelli (archeologo e numismatico napoletano) che nel 1861 decise di realizzare un plastico in scala 1:1000 dei resti archeologici fino ad allora conosciuti. Il lavoro terminò qualche anno dopo nel 1879 e oggi è conservato nella sala Mann del Museo Archeologico di Napoli.

Ora finalmente sarà digitalizzato e fruibile all’esperienza 3D da parte di tutti coloro che avranno voglia di immergersi in questo stupendo sito archeologico. L’acquisizione delle immagini è stata effettuata da specialisti del Laboratorio di archeologia immersiva e multimedia (Laim) dell’Ibam-Cnr di Catania. Fra qualche mese sarà quindi possibile navigare virtualmente dentro il plastico e dentro ogni singola domus. Il gioco più bello sarà quello di comparare ciò che si vede nel viaggio virtuale con la realtà degli scavi. Molti i nomi impegnati nel progetto: Giovanni Fragalà, Samuele Barone, Danilo P. Pavone e Giulio Amara (Ibam-Cnr). Nei prossimi mesi il plastico di Pompei digitalizzato sarà presentato alla comunità scientifica al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Plastico di Pompei: finalmente digitalizzato in 3D e pronto per la navigazione virtuale

Il direttore dell’Ibam-Cnr, Daniele Malfitana ha dichiarato in merito: “Un importante risultato che sottolinea ancora una volta quanto rilevante sia il contributo dell’Ibam a Pompei in questi ultimi anni: dagli interventi sul campo nella necropoli di Porta Nocera insieme al team tedesco del Pompei Sustainable Preservation Project, ai video ricostruttivi di due domus pompeiane realizzati da Gabellone per la recente mostra Il Nilo a Pompei. Oggi, con il lavoro sul plastico un altro importante tassello si aggiunge e questo grazie alla componente multidisciplinare dell’Istituto che può contare su laboratori d’avanguardia e su personale altamente specializzato: archeologi, architetti, informatici, messi insieme consentono di guadagnare anche tempo nella produzione di contenuti. Presto sarà possibile effettuare una navigazione ‘immersiva’ dentro il plastico offrendo così alla comunità scientifica e non, uno strumento innovativo, di studio e di documentazione partendo da un documento storico di eccezionale valore“. Non ci resta che aspettare qualche mese per poter vivere quest’esperienza unica al mondo.