Voce di Napoli | Navigazione

Cappella San Severo: bellezza ed esoterismo nel cuore di Napoli

Napoli è famosa in tutto il mondo per le sue bellezze artistiche e per il suo esoterismo che, nell’immaginario collettivo, la trasforma in una delle città più misteriose del mondo. Quando queste due caratteristiche si uniscono, ne nasce qualcosa di unico in tutto il globo. È il caso della Cappella San Severo, uno dei Musei più importanti di Napoli, che conserva al suo interno alcune delle opere più belle del mondo intero, ma che allo stesso tempo è legata al nome del noto alchimista ed esoterista, Raimondo di Sangro, Principe di San Severo.

Cappella San Severo si trova al civico 19 di via Francesco De Sanctis, nel cuore antico di Napoli, a due passi da piazza San Domenico. Le origini di questo straordinario Museo sono legate ad un’antica leggenda. Si narra che un uomo innocente, portato in catene verso la prigione, una volta passato fuori al palazzo dei di Sangro a Piazza San Domenico vide cadere un cornicione e nelle crepe formatesi osservò la presenza di una figura raffigurante la Madonna. Fece dunque un voto alla Vergine: se ne fosse uscito vivo le avrebbe comprato una lampada d’argento e dedicatole una iscrizione. L’uomo fu scarcerato e mantenne la promessa. Da allora la raffigurazione della Madonna divenne meta di pellegrinaggio da parte di molti fedeli. Anche il duca di Torremaggiore Giovan Francesco di Sangro chiese aiuto all’effigie perché gravemente malato. Poco dopo guarì e per rendere grazie fece costruire in quel luogo una piccola cappella che chiamò Santa Maria della Pietà. Fu poi il figlio Alessandro, nei primi anni del 1600, a intraprendere grandi lavori di ristrutturazione che fecero della cappella il luogo dove sarebbero stati sepolti tutti i di Sangro antichi e futuri. È stato però Raimondo di Sangro, settimo principe di San Severo, a rivoluzionare la cappella intorno al 1740 e renderla così come la vediamo oggi. Raimondo chiamò pittori e scultori di rinomata importanza e soprassedeva a tutte le sedute di rifacimento di questo splendido luogo. Fu così che la cappella si arricchì di alcune delle opere d’arte più straordinarie del mondo antico e moderno. Vediamone alcune nel dettaglio.

Cappella San Severo: alla scoperta delle opere d’arte di uno dei Museo più belli del mondo

Cristo velato

cristo-velato
Cristo velato

Realizzata nel 1753 dall’artista Giuseppe Sanmartino, il Cristo velato è una delle sculture più belle e note del mondo. Quando si trovano davanti all’opera tutti giurano che la voglia di levare il velo alla statua è enorme. Ed è proprio il velo del Cristo ad essere legato ad una bizzarra storia. Leggenda vuole che il principe Raimondo di Sangro, proprietario dello stabile e noto alchimista, avesse costruito, tramite i suoi esperimenti, un velo in grado di marmorizzarsi sulla statua. Sono ovviamente solo dicerie messe in giro per screditare l’eccezionale bravura di Sanmartino. Persino il noto scultore Antonio Canova si dichiarò disposto a dare dieci anni della propria vita pur di essere l’autore di un simile capolavoro. Se non l’avete mai vista dovete assolutamente rimediare.

Disinganno

disinganno-cappella-san-severo
Disegno dell’opera Disinganno

Il Disinganno è un altro capolavoro presente all’interno di Cappella San Severo. Opera del maestro Francesco Queirolo, la statua risale al 1754 e fu dedicata da Raimondo al Padre Antonio di Sangro. Il grande gruppo scultoreo descrive una persona intenta a liberarsi dal peccato, rappresentato in maniera magistrale dalla rete che avvolge l’uomo. Ad aiutarlo nell’impresa di divincolarsi dalle maglie intricate ci pensa il genietto alato posto al suo fianco, simbolo dell’intelletto umano. Il globo terrestre presente ai piedi della statua è invece il simbolo delle passioni mondane. Un’opera davvero straordinaria.

Pudicizia

pudicizia
Pudicizia

Opera del genio della scultura Antonio Corradini, la Pudicizia risale al 1752. Insieme a Cristo velato e Disinganno rappresenta la punta di diamante della Cappella. Quello che colpisce di più della statua è il velo che l’artista scolpisce in maniera magistrale. Il sottile strato aderisce perfettamente al corpo della donna rappresentata nell’opera. È impalpabile, etereo e anche qui, come nel Cristo velato, la voglia è quella di levare il velo che sembra reale. Che capolavoro!

Zelo della Religione

Zelo_della_Religione,_Cappella_Sansevero
Zelo della Religione

Lo Zelo della religione fu scolpita principalmente dal grande artista Fortunato Onelli. Risale al 1767 ed è forse l’opera più ortodossa di tutta Cappella San Severo. Questa Virtù viene rappresentata da un vecchio uomo che regge con la mano sinistra una lampada, simbolo della verità e nella mano destra una piccola frusta con cui punisce il sacrilegio. Con il piede, invece, l’anziano calpesta alcuni serpenti che rappresentano l’eresia. Completano il gruppo scultoreo tre putti: i due più in alto reggono un grande medaglione con i ritratti delle due dedicatarie, mentre il terzo è intento a bruciare dei libri eretici con l’ausilio di una fiaccola.

Le macchine anatomiche

machine-anatomiche-san-severo
Una delle due Macchine Anatomiche

Le macchine anatomiche sono conservate nella Cavea sotterranea della Cappella San Severo. Rappresentano gli scheletri di un uomo e una donna in posizione eretta con il
sistema artero-venoso quasi perfettamente integro. Furono concepite nel 1764 da Giuseppe Salerno sotto stretta supervisione del principe Raimondo. La leggenda dice che per la realizzazione delle macchine anatomiche siano stati usati due cadaveri nei quali fu iniettato del mercurio che “metallizzasse” le vene. Più verosimilmente furono usati materiali come la c’era d’api per riprodurre il sistema artero-venoso. Qualsiasi sia la verità è ovvio che il tutto sia stato riprodotto con notevole dovizia di particolari e fin nei vasi più sottili, nonostante all’epoca le conoscenze di anatomia non fossero così precise. Che meraviglia scientifica!

Il mistero degli affreschi sul soffitto

soffitto san severo
Volta

La Volta di Cappella San Severo fu realizzata da Francesco Maria Russo nel 1749. L’opera rappresentata è conosciuta con il nome di Gloria del Paradiso o Paradiso dei di Sangro. Ciò che rende questi affreschi così particolari sono i colori. Guardando l’opera sembra che essa sia stata restaurata da poco tanto i colori sono vivi e raggianti. Questi sono frutto di una formula inventata dallo stesso Raimondo di Sangro. Ancor oggi, dopo oltre 250 anni, la patina del tempo non sembra averli offuscati. Nonostante ciò il principe di San Severo fu insoddisfatto della resa complessiva del lavoro e lasciò scritto al figlio di rifare tutto l’affresco. Vincenzo di Sangro lasciò inesaudito il desiderio del padre.

Insomma Cappella San Severo è davvero uno dei Musei più belli di Napoli e del mondo. Dovete visitarla senza ombra di dubbio. Ecco, dunque, tutte le info:

Dove: via Francesco De Sanctis, 19-20, Centro Antico, Napoli
Quando
: Tutti i giorni: 9.30 – 18.30 (ltimo ingresso consentito fino a 30 minuti prima della chiusura). Chiuso il martedì
Biglietti: ordinario: € 7.00; Artecard: € 5.00; Ragazzi da 10 a 25 anni compiuti: € 5.00; Scuole: € 3.00; Minori di 10 anni: gratis; Costo audioguida: € 3.00