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Edoardo Bennato: “A Napoli e Caserta ci vorrebbero i carri armati”

Edoardo Bennato non è solo un cantautore napoletano molto famoso, ma è anche un idealista che lotta per la propria città, che la racconta nelle sue canzoni e resta per poterla vivere da vicino. L’artista, in un’intervista rilasciata a Rosalba Carbutti de Il Quotidiano Nazionale dichiara: “Oggi, dopo essere stato in tutto il mondo, per me resta sempre la città più bella del mondo. Ma purtroppo è una polveriera. Tra Napoli e Caserta ci vorrebbero i carri armati“.

Le parole amare di Edoardo Bennato su Napoli e Renzi

Parole amare quelle di Edoardo Bennato, ma che celano un amore immenso per la sua città natìa, la casa che non ha mai lasciato, una Napoli che nonostante i maltrattamenti e le umiliazioni subite trova sempre la forza per rinascere. Parla di mancanza di Stato l’artista e dice: “Le colpe risalgono a 150 anni fa quando quei buontemponi di Vittorio Emanuele, Garibaldi, Mazzini e Cavour s’inventarono l’Italia. L’Italia, diciamolo una volta per tutte, è solo un’invenzione. Ed è sbilenca, storpia e zoppa“.

Ha da dire la sua, come ha sempre fatto con le sue canzoni di protesta, anche contro i politici e in particolare contro Renzi, in visita ieri a Napoli per il progetto della bonifica di Bagnoli, quartiere che ha dato i natali a Bennato. “Matteo Renzi dovrebbe farsi un giro travestito coi baffi finti e una parrucca nelle periferie tra Napoli, Casal di Principe e Caserta per rendersi conto che qui lo Stato non c’è” e nello specifico sulla bonifica dell’area dell’ex Italsider dice: “Io sono cresciuto a pane e fumo dell’Italsider di Bagnoli. Mio padre lavorava lì, poi, da quando è andato in pensione, è un deserto. Sono trent’anni che vengono politici in questa zona. Arrivano, fanno un giretto, si prendono qualche insulto e poi tornano a casa senza risolvere nulla. Ma a Bagnoli, se ci vieni in veste ufficiale, ti fai male. I politici non capiscono che dovrebbero girare tre giorni nelle nostre zone, captare gli umori, la rabbia, il modo di vivere, per capire che tipo d’Italia è questa“.