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San Giovanni Bosco: parenti di una donna morta distruggono tutto

Al San Giovanni Bosco la notte scorsa alcuni parenti di una donna deceduta, hanno distrutto il reparto dell’ospedale. I famigliari, dopo aver appreso la notizia del decesso della donna, sono letteralmente impazziti, accecati dal dolore, hanno sfogato la loro rabbia sfasciando il corridoio in cui si trovavano. In tarda notte si sono scagliati contro tutto ciò che gli capitava a tiro. È stato Emilio Borrelli, Presidente del gruppo consiliare dei Verdi e componente della Commissione sanità, a raccontare l’episodio.

Il San Giovanni Bosco, ospedale del quartiere Doganella di Napoli, ieri notte si è trasformato in un vero far west. I parenti della donna deceduta, infuriati con la sanità e con chiunque la rappresentasse, hanno iniziato a sferrare calci e pugni contro le finestre, frantumando tutti i vetri. Uno di loro, infatti, si è tagliato con un vetro ed è stato necessario l’intervento dei medici per fermare l’emorragia. Il personale del reparto, tra cui anche i dottori, terrorizzati dalla quella furia distruttiva, che avrebbe colpito anche loro, si sono chiusi in una stanza, in attesa che arrivassero i soccorsi.

L’episodio della scorsa notte, avvenuto al San Giovanni Bosco, riaccende nuovamente i riflettori sulla sanità a Napoli. Borrelli ha raccontato dettagliatamente la follia distruttiva, che soltanto l’arrivo delle forze dell’ordine è riuscito a fermare:

“Per riportare la calma è stato necessario l’intervento di decine di poliziotti che hanno faticato non poco per placare la furia. Medici e infermieri sono stati costretti a rinchiudersi nel reparto, mettendo anche a rischio la vita degli altri pazienti nel caso in cui ci fosse stata un’emergenza alla quale non avrebbero potuto far fronte perché tenuti praticamente in ostaggio dai parenti della donna morta. Quando poi uno di loro s’è letteralmente tagliato una gamba con il vetro rotto con un calcio, gli stessi medici e infermieri finiti nel mirino son dovuti intervenire per soccorrerlo ed evitargli di morire dissanguato“.