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Massoneria a Napoli: simboli nella Galleria Umberto

Napoli è una città misteriosa, ricca di racconti esoterici e la storia narra molto anche della Massoneria a Napoli, che ha toccato le più alte cariche reali e clericali. Simboli massonici sono pervenuti in alcune zone della città ad esempio all’interno della Cappella Sansevero, nella pavimentazione a labirinto antistante la tomba del Principe Raimondo de Sangro, sulla facciata della Galleria Umberto, sulle finestre adiacenti la cupola centrale, sono riscontrabili le quattro stelle di Davide, che rappresentano un chiaro simbolo della presenza massonica.

Simboli della Massoneria a Napoli

Secondo alcuni le tracce della Massoneria a Napoli, presenti nella Galleria Umberto, sono dovute a una famiglia ebraica che fece dipingere le stelle di Davide, ovvero i Rothschild. Famiglia di banchieri di origine ebraica attiva durante il Regno delle due Sicilie, che poco dopo la morte di Ferdinando ll, lasciò Napoli. Dato che i Rothschild erano membri della massoneria, alcuni storici suppongono che furono i finanziatori dei Savoia per l’unificazione d’Italia. La Galleria fu costruita proprio ad opera dei Savoia.

Ciò che è certo è che la Massoneria napoletana si diffuse tantissimo. Arrivò nel ‘700 e trovò subito corda nei nobili che stavano fomentando una rivolta tra cui Emanuele de Deo. Anche però in precedenza la ritroviamo sia nelle opere del Principe di San Severo e sia più tardi con la regina Maria Carolina d’Asburgo, moglie di Ferdinando di Borbone, sotto il cui regno fiorirono le logge massoniche, ma che poi a seguito della Rivoluzione francese si cercarono di debellare. Altro nome di prestigio che fece fiorire la “Libera Muratoria”è quello di Gioacchino Murat che, oltre ad essere Re di Napoli fu Grande Maestro della Massoneria napoletana. In tempi più recenti invece, nel 1911, come scrive Aldo Mola, direttore del centro per la storia della massoneria, la loggia iniziò Giovanni Napolitano, il papà dell’ex presidente della Repubblica. Da allora decine di personaggi illustri della cultura napoletana hanno calpestato il pavimento a scacchi tra le colonne del sapere.