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Legge sugli ecoreati: il punto a un anno dall’entrata in vigore

Era il maggio del 2015 quando il senato approvò la cosiddetta legge sugli ecoreati. Il nuovo articolo 452-bis del codice penale punisce l’inquinamento ambientale con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 10.000 a 100.000 euro tutte le persone che illecitamente compromettano o deteriorino, in maniera significativa e misurabile, lo stato preesistente delle acque o dell’aria, o aree estese del suolo e del sottosuolo. Introdotto anche il reato di disastro ambientale, riguardante l’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema e punibile da 5 a 15 anni di galera.

Ma ad un anno dalla legge che cos’è cambiato? Se lo è chiesto l’Unione giovani penalisti di Napoli che ieri 14 marzo, alle ore 12.15 presso il Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, ha organizzato un dibattito sull’argomento. Il procuratore capo della Repubblica di Napoli Giovanni Colangelo è intervenuto alla discussione e ci ha tenuto a dichiarare, come riportato da Il Mattino: “per troppi anni questo reato non è stato adeguatamente contrastato dal Legislatore sanzionato solo con contravvenzioni. Da qualche tempo abbiamo strumenti che ci consentono pene più severe e strumenti investigativi che ci permettono di risalire ai responsabili delle devastazioni”.

Legge sugli ecoreati: dibattito al centro direzionale sulla legge entrata in vigore un anno fa

Al dibattito hanno partecipato anche esponenti di tutte le forze politiche. Dal consigliere di Forza Italia e presidente della Commissione Terra dei Fuochi, Gianpiero Zinzi fino a Vincenzo Viglione, esponente del Movimento 5 stelle e segretario della Commissione Ambiente alla regione Campania. Il grillino ha ci ha tenuto a dire la sua riguardo la legge sugli ecoreati: “con questa legge cambia molto. Si sapeva benissimo che chi commetteva reati di questo tipo se la cavava con una semplice sanzione amministrativa. Oggi abbiamo la possibilità di perseguire chi produce danni all’ambiente e con uno strumento di rilevanza penale“.

Intanto continua lo studio Spes sull’esposizione ambientale nella Terra dei Fuochi. Il progetto coinvolgerà un campione di 5000 abitanti dei paesi della zona soprattutto tra i più giovani.