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Luca Zingaretti su Napoli: “A breve toccherà imparare il napoletano”

Alla città di Napoli è bastato poco più di una settimana per far innamorare Luca Zingaretti. Per la seconda volta si lascia stregare dalla bella Partenope, visto che un’altra bella napoletana è già presente nella sua vita e si tratta della moglie, Luisa Ranieri. In occasione del suo spettacolo “The Pride” al Teatro Bellini dal 16 al 28 febbraio, l’attore romano ha avuto l’opportunità di conoscere ancora meglio Napoli e tutte le sue sfumature, raccontandole in un’intervista rilasciata al giornale on line Fanpage: “Sembra una terra mitologicacon il Vesuvio che impervia da una parte e crateri, isole, golfi che si estendono verso nord. Questa forza, quasi violenza, della natura crea una miscela esplosiva”. La straordinaria bellezza del capoluogo partenopeo è, secondo Luca Zingaretti, la culla dove possono nascere e crescere i migliori artisti italiani: “In questa città vi sono tante contraddizioni e sofferenze, ma credo che i problemi, uniti alla meraviglia naturalistica, diano vita a qualcosa di speciale. In definitiva cos’è l’arte? Il bisogno di esprimersi quando manca qualcosa. È sempre frutto di una mancanza“.

Dipinta come la città più romantica e più difficile dell’Unione Europea, Napoli si aggiudica il primo posto anche nel cuore dell’ispettore Montalbano il quale ha apprezzato molto anche il lavoro del regista Paolo Sorrentino: un altro vanto della terra del sole al quale è stato conferito uno dei riconoscimenti più importanti nell’ambito cinematografico, l’Oscar. “La grande bellezza” secondo Luca Zingaretti: “è il più grande talento che sia nato in Italia da cento anni a questa parte. – Aggiunge – Qui siamo difronte a un’invasione di artisti partenopei. Altro che inglese, a breve toccherà imparare il napoletano. Di fronte a queste parole ci siamo letteralmente sciolti e, tuttavia e non a caso, il dialetto “napoletano” è stato da poco tempo riconosciuto come una lingua indipendente e seconda lingua d’Italia.

Lingua napoletana Unesco: riconosciuta come seconda lingua d’Italia

Ad ogni modo è meglio chiarire le idee ai nostri lettori. Ciò che viene riconosciuto dall’Unesco e il dialetto napoletano aulico, antico, e non quello attuale, che si sta involgarendo. Questa lingua parlata anche in Abruzzo, Molise e Lazio ed esportata in tutto il mondo grazie alla canzone classica napoletana sta via via assumendo dei “connotati volgari” stravolgendo l’originario significato dei vocaboli. Per questo l’Unesco ha deciso di intervenire, e visto che non è un lingua che si insegna a scuola, per salvarla dal degrado, è stata riconosciuta come “patrimonio da tutelare non solo per l’Italia ma per il mondo intero”.