Inviata una lettera alla direzione dell'ospedale: è scattata un'indagine interna. Solo qualche giorno fa la foto dell'infermiere ai fornelli
Una lettera scritta da una madre, una biologa del casertano, che il 09 agosto ha scosso come un fulmine a ciel sereno l’ospedale Cardarelli di Napoli. Le disavventure della sanità locale non finiscono mai, così dopo l’infermiere fotografato mentre sta cucinando pasta con le cozze (vicenda che ha fatto scoppiare una feroce polemica), ecco un’altra storia che se confermata rappresenterebbe un fatto gravissimo.
Infatti la donna è stata ricoverata al Cardarelli per partorire e quello che ha raccontato ha dell’incredibile. Come riportato da La Repubblica, la neo mamma ha ricevuto una pessima assistenza sanitaria. Non solo, ma sarebbe stata insultata e maltrattata dal personale medico e dagli infermieri.
“Costretta a raggiungere a piedi la sala parto dopo che si erano rotte le acque. Medicata come se stessero trattando una bestia, io soffrivo e l’ostetrica si lamentava del caldo. E durante la notte nessuno che veniva a controllarmi, perché medici e infermieri dormivano“, questa una parte di una delle parentesi più tristi della nostra sanità. La disavventura per la donna è iniziata il 4 agosto data del suo ricovero. L’incubo ha avuto inizio dopo le 20, al cambio turno del personale ospedaliero.
Da quel momento è iniziato il calvario della donna che è entrata in contatto con un’ostetrica sui generis. La dottoressa, “urlando dal corridoio che portava alla sala parto, disse di raggiungerla a piedi ma io non riuscivo neanche a tenermi in piedi. Mia madre vide che, in quel corridoio, l’infermiera diceva all’ostetrica che io non ce la facevo a camminare e l’ostetrica insisteva dicendo in maniera sgarbata di forzarmi a farmi camminare per raggiungere la sala parto. Io mi aggrappai all’infermiera e riuscii a raggiungere il lettino della sala parto“.
Durante il parto, l’ostetrica “mi urlava continuamente addosso, io, per il forte dolore, tendevo a sollevare il bacino dalla sedia e lei mi urlava: ‘Abbassa questo culo’, di continuo. E ancora: ‘Che fai la ballerina?’. La dottoressa non mi ha sostenuto per niente, né gestita nella respirazione, ho sopportato tutte queste denigrazioni perché l’unico mio obiettivo in quel momento era mettere alla luce mia figlia senza provocarle danni. Dopo il parto sanguinavo molto l’ostetrica con modi sgarbati e mortificanti mi puliva come se stesse trattando una bestia, schifata come se io non fossi una persona e lamentava continuamente di sentire caldo, mentre io soffrivo su quella maledetta sedia“.
Ma non è finita qui, infatti la spiacevole vicenda è proseguita con il dottore incaricato di mettere i punti alla donna: “Il dottore si mostrava incerto. In preda al timore chiesi che stessero facendo e con fare spavaldo dopo aver applicato i punti il medico mi disse: ‘Da me vengono le signore a rifarsi (le parti intime), io a lei l’ho fatto gratis’“.
Dopo essere rientrata in camera sua, la donna ha iniziato a perdere sangue dai punti che le erano stati applicati, “Un’infermiera disse che quel sanguinamento non era normale, eppure durante la notte in corsia nessuno venne a controllarmi, lo faceva mia madre, che uscì dal reparto alle 6 del mattino e sentì che la guardia di turno e una signora delle pulizie dicevano che in reparto non c’era nessuno, che tutti dormivano“.
Il Direttore generale dell’ospedale Ciro Verdoliva ha dichiarato: “Capiremo in tempi brevi come sono andate le cose. È un dovere anche nell’interesse dei dipendenti del Cardarelli che lavorano con abnegazione e vedono sacrificati i propri sforzi per colpa di pochi. Ascoltare i pazienti aiuta a raggiungere il nostro obiettivo: garantire salute“.
