Eseguite dalla Squadra Mobile di Napoli due ordinanze di custodia cautelare emesse rispettivamente dal gip del tribunale di Napoli e dal tribunale dei minorenni su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e della Procura della repubblica dei minorenni a carico di due soggetti ritenuti responsabili dell’efferato omicidio di due persone i cui corpi vennero rinvenuti sezionati in buste di plastica il 16 febbraio scorso in un terreno di Afragola. All’epoca dei fatti dei fatti uno dei due responsabili era minorenne, aveva 16 anni. Si tratta di Domenico D’Andò, 23enne nipote di Pietro Caiazza, e del minore I.A., oggi 17enne.

I due cadaveri furono ritrovati all’interno di sacchi di plastica in località Ferrarese, alle spalle della stazione dell’Alta Velocità di Afragola. Si trattava dei corpi di Luigi Ferrara, 43 anni di Casoria e di Luigi Ruscinano 53 anni di Mugnano. I cadaveri delle due vittime, che avevano precedenti per contrabbando, furono rinvenuti tagliati a metà all’altezza del bacino e seppelliti sotto a un albero di mimose.
Le modalità macabre del duplice omicidio indussero gli investigatori ad associare il delitto a questioni di camorra. Le due vittime furono viste l’ultima volta il 31 gennaio all’interno del Rione Salicelle di Afragola. I due era a bordo di un’auto, ritrovata poi con diverse tracce di sangue. Tuttavia non sarebbero stati uccisi subito ma poche ore prima del ritrovamento, avvenuto il 16 fabbraio. I corpi, infatti, non erano in stato di decomposizione. “La pelle era bianca e il sangue ancora rosso” fecero notare gli esperti.
I due contrabbandieri, ritenuti vicini a Pietro Caiazza, un tempo elemento di spicco del clan Amato-Pagano, arrestato pochi giorni prima della loro scomparsa nell’ambito di alcune indagini che hanno evidenziato i forti contrasti presenti tra alcune fazioni del clan degli Scissionisti, potrebbero essere stati costretti a raccontare qualcosa prima dell’efferato omicidio.
