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Tagliati a metà e seppelliti, i dettagli choc dell’omicidio dei contrabbandieri

Proseguono serrate le indagini sulla terribile morte toccata a due contrabbandieri napoletani, uccisi e tagliati a metà e ritrovati a due settimane dalla scomparsa.

I funerali di Luigi Rusciano, 53enne di Mugnano, e Luigi Ferrara, 43enne di Casoria si sono svolta non in forma pubblica per evitare “possibili problemi di ordine pubblico”.

Le modalità macabre del duplice omicidio sono al vaglio degli inquirenti da diversi giorni. Si sta provando a ricostruire le ultime ore prima dello loro scomparsa, avvenuta il 31 gennaio all’interno del Rione Salicelle di Afragola.
I due era a bordo di un’auto, ritrovata poi con diverse tracce di sangue. Tuttavia non sarebbero stati uccisi subito ma poche ore prima del ritrovamento, avvenuto il 16 fabbraio. I corpi, infatti, non erano in stato di decomposizione. “La pelle era bianca e il sangue ancora rosso” fanno notare gli esperti.

Questo significa che i due contrabbandieri, ritenuti vicini a Pietro Caiazza, un tempo elemento di spicco del clan Amato-Pagano, arrestato pochi giorni prima della loro scomparsa nell’ambito di alcune indagini che hanno evidenziato i forti contrasti presenti tra alcune fazioni del clan degli Scissionisti, potrebbero essere stati costretti a raccontare qualcosa prima dell’efferato omicidio.

Una delle piste seguita – secondo quanto riportato da Internapoli.it – è quella che Rusciano e Ferrara siano stati uccisi in un garage del rione Salicelle con una motosega per poi essere seppelliti nelle campagne di Afragola sotto a un albero di mimose. I due potrebbero aver pagato il mancato pagamento di una grossa partita di sigarette di contrabbando arrivata dall’Est Europa.