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Perquisizioni presso l’Autorità portuale: la procura indaga su alcuni appalti

Le gare d’appalto bandite dall’Autorità portuale di Napoli sarebbero state pilotate da un vero e proprio cartello di imprese che ne condizionava l’esito finale. È questo il filone d’inchiesta della Procura partenopea coordinato dai Pm Antonella Fratello Henry John Woodcock affidatari dell’indagine. Attualmente gli indagati al centro del ciclone sono 12 sui quali pendono le accuse di corruzione e turbativa d’asta.

Negli ultimi giorni, come riportato da La Repubblica, sono stati diversi gli interrogatori e le perquisizioni presso l’Autorità da parte degli agenti della capitaneria di porto e della squadra mobile. Il sistema degli appalti truccati si baserebbe sulla strategia del sotto soglia, modalità che avrebbe permesso di assegnare le gare ad aziende compiacenti. Dal canto loro, gli imprenditori coinvolti, avrebbero visionato in anticipo le liste delle ditte che avrebbero partecipato ai bandi, procedura che è invece assolutamente riservata.

Perquisizioni presso l'Autorità portuale: la procura indaga su alcuni appalti

Gli investigatori hanno anche rilevato alcune irregolarità in merito al frazionamento di importi economici riservati a lavori destinati a rientrare nel piano triennale dell’Autorità portuale. Secondo gli inquirenti questo si sarebbe verificato perché in questo modo le opere con procedura semplificata sarebbero state affidate direttamente alle imprese.

Tra gli indagati risulta Pasquale Ferrara che pur non avendo alcun ruolo ufficiale nelle aziende coinvolte, avrebbe svolto un’attività di intermediazione tra l’Autorità e gli imprenditori. Inoltre per la Procura sarebbe il promotore di questa associazione a delinquere. I fatti contestati sarebbero iniziati nel 2016 e le indagini hanno usufruito anche di pedinamenti e intercettazioni per un’attività intensa e complessa. In realtà quest’ultima potrebbe avere degli sbocchi molto più ampi se si considerano le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Alfonso Mazzarella che riguardano il rapporto tra le attività della criminalità organizzata e il porto di Napoli.

I pm Fratello e Woodcock hanno disposto la perquisizione nei confronti di quattro funzionari dell’area tecnica dell’autorità portuale, Giancarlo D’Anna, Gianluca Esposito, Umberto Rossi e Renato Notarangelo; perquisiti anche Lorenzo Trito, che ha seguito una delle gare, e sei imprenditori: Marco Iannone, amministratore della Parthenope immobili, Alfredo Staffetta, rappresentante della Coiss srl, Pasquale Sgambati, rappresentante della Otto srl, Pasquale Loffredo, della Edilcol srl, Giovanni Esposito, amministratore della Navalteam, e Angelo Esposito, titolare della Navalferr.