Il pallone stratosferico è stato lanciato alle 00.50 dello sconrso 25 aprile, giorno che in Italia rappresenta la Liberazione. Il lancio è stato fatto dalla base di Wanaka, nella regione di Otago in Nuova Zelanda. Nella squadra scientifica che ha lavorato al progetto, composta da dottori di 16 paesi, ci sono anche dei professionisti napoletani: Giuseppe, Valentina, Donatella, Francesco, Fausto e Beatrice. Gli istituti che hanno promosso lo sviluppo del Super Pressure Ballon, l’Osservatorio EUSO-SPB, l’Asi (Agenzia Spaziale Italiana) e la Nasa (National Aeronautics and Space Administration).

Come riportato da La Repubblica, l’obiettivo dell’esperimento è quello di prepararsi ad un futuro osservatorio spaziale di raggi cosmici di altissima energia: il test appena partito un modo per verificare tecnologia e fattibilità. E quel pallone volerà forse per 100 giorni, una durata record, a 33 chilometri di altitudine. Inoltre sarà possibile valutare la possibilità di effettuare dei voli su pallone non Artici o Antartici.
Lo staff partenopeo ha contribuito alla realizzazione del “data processor” e del sistema di interfaccia con la telemetria dello strumento. Inoltre a Napoli saranno analizzati i dati scientifici e di telemetria e saranno impartiti i comandi per gestire il funzionamento di EUSO-SPB in coordinamento col centro Nasa di Palestine, in Texas.
“La responsabilità di seguire direttamente da Napoli, come centro europeo, le fasi di volo dello strumento è la ciliegina sulla torta di un percorso di lavorativo di diversi anni. Ho iniziato da laureanda e portato avanti il progetto in tutte le fasi, attraverso tre continent“, ha dichiarato la scienziata Valentina Scotti.
