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Teste Matte: la storia della banda dei ragazzi ribelli che ha fatto tremare Napoli

Alla fine degli anni ’80, inizio anni ’90 la camorra napoletana cambia organizzazione, nascono nuovi clan slegati dalle vecchie logiche ma organizzati militarmente: le Teste Matte. Questo nome fu dato dalla stampa dell’epoca per indicare quel gruppo di ragazzi napoletani che dichiarò guerra alle famiglie di camorristi che controllavano i Quartieri Spagnoli e le altre zone della città.

Il nome da ultras dello stadio deriva dall’origine di questo nuovo gruppo nato proprio nella curva dello stadio San Paolo. Sono tutti giovani ventenni i nuovi gangster, seguaci di uno dei boss dei famigerati barrios dei Quartieri spagnoli, Salvatore Cardillo detto “Beckenbauer” (chiamato così per la somiglianza al calciatore tedesco). Cresciuti in un momento di vuoto di potere vanno a ricoprire con nuovi ruoli e nuove modalità quei posti lasciati vacanti e finiscono ben presto su tutti i giornali facendo tremare Napoli.

I nuovi criminali si svegliano tardi, sono attratti dalle pistole e dalla cocaina, le loro origini sono fondate nel fenomeno del gangsterismo americano e parigino. Si inizia con le scritte sui muri ed il tifo violento per poi passare ai piccoli reati (estorsioni e scippi) e agli omicidi. Questi ragazzi sono tutti sotto i trent’anni, hanno il quartiere generale in una zona di Montecalvario ed agiscono solo sul loro territorio punendo con ferocia chi va contro il loro “Sistema”, un’organizzazione ben distante dalla cupola camorristica a sfondo mafioso.

Senza nessun ordine dall’alto ad esempio questi criminali assassinano il suocero dello storico boss dei Quartieri Spagnoli Ciro Mariano, Salvatore Zizolfi, perché si propone come nuovo capo. Lo sparano di giorno, in mezzo alla folla e per poco non feriscono un passante, un innocente. Li hanno definiti “cani sciolti” i ragazzi delle Teste Matte, senza un vero capo presero il comando della zona dando “quasi” il via ad un nuovo tipo di camorra.