Immagini di animali sanguinanti e sacrificati in croce, ebbrezza, nudità e sangue. Giochi rituali in scena che sono costati al maestro tre condanne per vilipendio alla religione.
Serata evento con il meglio dell’intellighenzia, da Alberto Del Genio a Giovanni Melillo, passando per Achille Bonito Oliva e tanti artisti della Mitteleuropa. Morra, Sferza, Elettrico, seguiamo loro per una rigenerazione urbana del territorio.
Peppe Morra, un genio, uno dei primi a intuire il potenziale di Hermann Nitsch, protagonista assoluto dell’Azionismo Viennese. Il Wagner della pittura d’impulso. Un’amicizia saldata nel nome dell’arte e Peppe Morra che del mecenatismo culturale ne ha fatto una missione ha dedicato a Nitsch il suo grande spazio appresepato nel cuore del quartiere Avvocata. E’ diventato il Museo Archivio Laboratorio per le Arti Contemporane Nitsch di Napoli (in gemellaggio con il Museum Mistelbach) con allestimento rielaborato che ha messo in scena le performance che hanno fatto piu’ scalpore negli anni ’70 nel mondo.
Giochi rituali, che durano diversi giorni, si incitano gruppi di persone a squartare bestie da soma, a tirarne fuori le viscere e a calpestarle, a imbrattare di sangue delle persone crocifisse e a unirsi in un rito collettivo di frenesia, basato su riti liturgici e sacri. Dove perfino il vino bianco preferito di Nitsch presentato come un still Life in mezzo a mele e mandarini diventa un’opera d’arte.
Si cambia scena ci incolonniamo dentro i vicoli, fra lo stupore di artisti della Mitteleuropa, davanti a noi la Fondazione Peppe Morra, altro spazio museale ricavato da Palazzo Cassano Ayerbo D’Aragona, un complesso di 4.200 mq per la realizzazione e la divulgazione della cultura delle comunicazioni visive.
Ci sono artisti napoletani come Maurizio Elettrico, famoso per le sue Camere delle Meraviglie, e la scultrice concettuale (ma qui lo sono tutti) Silvana Sferza, ideatrice della Scugnizzeria delle Arti, ricavata dall’ex carcere minorile Filangeri. Seduta a capotavola, la musa di Nitsch, Jasmine, bionda e azzurra, di origine croata, che riannoda i fili del passato: “Ne abbiamo fatte di tutti colori, andavamo al mattatoio, ci imbrattavamo corpi con il sangue animale. Diventavamo tableaux vivants. Ci hanno messo in croce, non solo in senso figurativo… Eravamo un fiume in piena. I processi di pittura devono essere come una partitura di musica, diceva il Maestro…”. Trionfale.
Le Valchirie dell’Arte, troppa trasgressione, per Italia bigotta degli anni ’70. Condannati per vilipendio alla religione e offesa alla pubblica moralità furono costretti a lasciare l’Italia. Sorride Giovanni Melillo, l’affascinate Procuratore Nazionale Anti/mafia e Anti/terrorsimo. Oggi la Magistratura ha ben altro a cui pensare. Ci attovagliamo, servite verdure bio dell’Orto delle Vigne di Morra, uno spazio cultural /green. Chi scrive ha preso in gestione con il magistrato Pierfrancesco Peluso ( ma non siamo i soli) un letto di terra per il nostro orticello. Perché l’ecosostenibilità deve essere un bene assoluto. Da condividere.



