Il gup di Napoli Nicoletta Campanaro, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, ha condannato a 18 anni di reclusione Mariano Cannio, il domestico 39enne ritenuto responsabile dell’omicidio del piccolo Samuele, il bimbo di 4 anni lasciato cadere nel vuoto, il 17 settembre 2021, dal balcone della casa dei genitori, in via Foria, a Napoli. La stessa condanna chiesta dal sostituto procuratore Barbara Aprea, che ha contestato all’imputato (affetto da patologie della sfera psichiatrica ma ritenuto capace di intendere e volere) il reato di omicidio aggravato.
Cannio (difeso dall’avvocato Maria Assunta Zotti) il giorno in cui Samuele e’ precipitato, stava facendo le pulizie a casa dei genitori della piccola vittima (assistiti dall’avvocato Domenico De Rosa). Nel corso dell’udienza di oggi, l’avvocato Zotti non ha escluso la tesi dell’incidente e cioe’ che il bimbo possa essersi sporto dopo essere salito su qualche oggetto che era sul balcone. Cannio ha reso anche dichiarazioni di colpevolezza in relazione alla morte di Samuele, che pero’ secondo l’avvocato difensore potrebbero anche essere state indotte dallo stato di salute precario del suo assistito.
“Non e’ opportuno parlare di soddisfazione, ci siamo rimessi nelle mani della Legge“. A parlare, attraverso il loro legale, l’avvocato Domenico De Rosa, sono i genitori del piccolo Samuele, il bimbo di appena 4 anni il 17 settembre 2021 lasciato cadere, in via Foria a Napoli, dal domestico, Mariano Cannio, che poco fa e’ stato condannato a 18 anni di reclusione in primo grado per quella morte. I genitori, presenti alla lettura della sentenza insieme con altri parenti e con il nonno, non hanno potuto trattenere l’emozione, in particolare il papa’.
Un avviso di conclusione indagine e’ stato notificato ad alcuni parenti di Samuele, il bimbo di 4 anni lasciato cadere nel vuoto dal domestico, il 17 settembre 2021, mentre erano affacciati sul balcone della casa dei genitori, in via Foria, a Napoli. Del gruppo di indagati – a cui la Procura contesta a vario titolo, tra l’altro, i reati di danneggiamento aggravato, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale – fanno parte tre parenti stretti della mamma del bimbo i quali, insieme con altre persone, il giorno dei funerali di Samuele, si sono resi protagonisti di una serie di intemperanze anche ai danni di un agente della Polizia di Stato che stava riprendendo le esequie con una telecamera.
