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Muore prima di rivedere la moglie, il dramma di Lorenzo Rapicano: “Voleva solo riabbracciare la sua Rosaria”

Lorenzo Rapicano. Detenuto ai domiciliari per una grave malattia, la consorte è invece reclusa a Santa Maria Capua Vetere

Aveva un tumore che era in uno stato estremamente avanzato. La malattia lo stava consumando da tempo. Il cancro partito dai polmoni e giunto sino al cervello. Lorenzo Rapicano che a causa della grave malattia stava finendo di scontare la sua pena a Napoli ai domiciliari, aveva un solo ed ultimo desiderio: riabbracciare la moglie Rosaria Liguori.

Lorenzo Rapicano

La donna, secondo quanto riportato da Il Riformista, è detenuta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Non è valsa a nulla la battaglia del Garante dei diritti dei detenuti della città metropolitana di Napoli Pietro Ioia. Il 62enne Rapicano, infatti, è deceduto senza poter rivedere la consorte.

Il post di Pietro Ioia

Ieri pomeriggio (il primo maggio, ndr) sono stato a casa di quest’uomo agli arresti domiciliari,mi pregava che voleva vedere la moglie detenuta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere,già aveva avuto un rifiuto,alla fine è morto senza poterla vedere.mi sento inutile e triste“, ha scritto e pubblicato Ioia su Facebook.

La vicenda

Rapicano e la moglie erano stati arrestati insieme per la stessa vicenda. Lui si trovava a Rebibbia, Rosaria nel penitenziario di Lecce. Ioia insieme al Garante per i diritti dei detenuti della Regione Campania Samuele Ciambriello e all’omologa della Puglia Maria Mancarella, era riuscito a far avvicinare la Liguori al marito facendola trasferire nel carcere casertano.

La battaglia

Dopo dieci mesi l’avvicinamento lo ha avuto ma lo stesso non la portavano a casa da lui – ha detto IoiaAlla fine è stato comunque tutto inutile. Lorenzo non vedeva la moglie da tre anni. Da quando erano entrati in carcere non avevano più avuto colloqui. Ma il permesso di necessità consente a un detenuto di fare visita al coniuge che sta scontando i domiciliari a casa, accompagnato dalla scorta e con tute le cautele previste.

Lei era ritenuta un elemento pericoloso, anche se era al suo primo arresto – ha continuato IoiaLorenzo non poteva viaggiare perché già da mesi stava attaccato alla bombola per l’ossigeno e quindi non poteva raggiungere la moglie in carcere per i colloqui. Ieri sera sono andato a trovare Lorenzo, mai avrei potuto immaginare che stamattina non c’era più per aiutarlo a esaudire il suo ultimo desiderio. Mi sembra che la Giustizia italiana non conosca la parola ‘pietà’, è stata cancellata“.