“Allora, io ammetto tutto. Ne ho fatte cavolate dottore, pero’ se mi devo prendere le colpe degli altri no! Dentro la caserma tutti sapevano, non potevi non sapere perche’ ci si stava dalla mattina alla sera insieme. Si finiva gli arresti e si andava a mangiare insieme, quindi tutti dovevano sapere … fino al comandante”.
Caserma Levante, Montella accusa: “Ammetto tutto ma i miei superiori sapevano”
Sono parole, riferisce Repubblica.it, messe a verbale da Giuseppe Montella, l’appuntato della caserma Levante di Piacenza arrestato insieme ad altri cinque carabinieri per gravi reati come traffico di droga e tortura, nell’estate del 2020, quando l’intera stazione venne sequestrata, primo caso in Italia.
Domani e’ in calendario un’udienza con rito abbreviato e Montella, ritenuto il capo del gruppo, potrebbe fare nuove dichiarazioni. Repubblica.it riporta tra l’altro stralci di un’interrogatorio del 5 agosto 2020: “Tutto quello che si faceva la’ dentro – dice Montella – tutti lo si sapeva. Cioe’ nella mia mente preferivo prendermi io le colpe per non scaricare i miei colleghi, pero’ a questo punto penso che voi sapete tutto”. La testimonianza quindi prosegue e diventa un atto d’accusa contro altri quattro carabinieri, Salvatore Cappellano, Angelo Esposito (che ha scelto il rito ordinario), Giacomo Falanga e Daniele Spagnolo e, soprattutto, contro il comandante di stazione Marco Orlando. Sulle violenze agli arrestati, Montella racconta di schiaffi e botte, ma respinge l’accusa di pestaggi sistematici.

