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Sentenza omicidio Vannini, Ciontoli in aula: “I miei familiari non meritano di essere giudicati”

Antonio Ciontoli nel corso dell’udienza tenutasi questo mercoledì mattina ha reso una dichiarazione spontanea. Condannato a 14 anni per omicidio volontario per la morte di Marco Vannini, ha parlato prima che venisse pronunciata la sentenza: “So di non essere la vittima, ma il solo responsabile di questa tragedia”.

Ciontoli difende la sua famiglia

Poi ha parlato del dolore che prova e di come si sente: “Sulla mia pelle sento quanto possa essere insopportabile, perché innaturale, dover sopportare la morte di un ragazzo di vent’anni, bello come il sole e buono come il pane”, ha spiegato trattenendo la commozione. Si è lasciato andare e ha pianto. “Chiedo perdono per quello che ho commesso e per quello che non ho commesso (…). I miei familiari non meritano di essere giudicati e condannati per la mia colpa”.

Le parole di Ciontoli prima della sentenza

Poco prima Ciontoli ha spiegato: “Mi appello al beneficio del dubbio. Chiedo perdono per quello che ho commesso e anche per ciò che non ho commesso. Nessun ministro, nessun giornalista, nessuna persona comune dovrebbe sentirsi in dovere di abbandonarsi alla rabbia. Nessuno dovrebbe sostituirsi a un giudice. Qualsiasi sia la condanna giudiziaria so che resterà solo il dolore lacerante di tutte le persone che amano Marco. Solo la consapevolezza di quanto Marco è stato bello e avrebbe potuto esserlo ancora e che a causa del mio errore non sarà”.