L'intervista alla dirigente scolastica Palmira Masillo che ha spiegato tutte le misure attuate in quest'emergenza per la formazione a distanza
Mentre si attende che il Governo emani un decreto con le misure per la scuola, che chiariscano come procedere con l’attività didattica in questo momento d’emergenza Coronavirus, molti istituti si sono già mossi autonomamente per seguire gli alunni anche a distanza. In questo vuoto normativo, in attesa che venga colmato, dirigenti scolastici e docenti si sono adoperati per recuperare un filo diretto con gli studenti, evitando che l’assenza prolungata vanifichi l’intero percorso fatto.
E’ sicuramente un esempio in questo scenario l’Istituto Secondario d’Istruzione Superiore “Alfonso Casanova”, scuola nel centro storico cittadino, che comprende diversi indirizzi professionali, che raccoglie corsi ordinari, serali e rivolti agli adolescenti in carcere, con un’apposita sezione. E proprio per la natura laboratoriale della didattica, il Casanova si è immediatamente mosso per strutturare una formazione a distanza che invitasse gli alunni a seguire i corsi e a non abbandonare la loro formazione. Evitando così di perdere tempo prezioso per la crescita dei ragazzi e provare subito a trovare una valida alternativa alla didattica in classe, in modo da non interrompere il dialogo educativo con gli alunni.
La dirigente scolastica dell’Istituto Casanova, Palmira Masillo, ha raccontato a Vocedinapoli.it tutte le azioni che assieme al corpo docenti e al personale scolastico hanno messo in campo per gestire al meglio questa situazione d’emergenza.
La didattica online nel decreto con le misure per la scuola è previsto che sarà obbligatoria, voi come Istituto Casanova però già vi siete mossi, cosa avete organizzato?
Siamo partiti dopo 4-5 giorni dalla sospensione dell’attività didattica. Abbiamo messo in campo in primis la piattaforma a nostra disposizione (Argo) e poi quelle offerte da Google (G Suit), non per sostituire la didattica reale, ma per evitare che si spezzasse il filo dialettico tra insegnanti e alunni. Avevamo bisogno di trovare piattaforme che fossero quanto più interattive possibili. Si è creato un supporto tecnico che segue i docenti e gli alunni, abbiamo fatto un organigramma che va dall’accesso, fino alla gestione delle varie applicazioni che sono state rese usabili ma soprattutto protette, per evitare inclusioni dall’esterno. Il nostro team digitale è stato ampliato, si è aggiunto personale tecnico in smart working, addirittura per settori (ndr – la scuola ha 7 indirizzi). Il team ha fatto dei tutorial sia per docenti che per gli alunni. Tra le tante misure abbiamo riattivato il progetto “Piccoli passi”, dedicato ai ragazzi che presentano “Bisogni educativi Speciali” dai disturbi dell’apprendimento, alle più svariate difficoltà psicologiche, comportamentali, relazionali, fino ad arrivare allo svantaggio sociale e alle differenze linguistiche e culturali.
Che risposta ha avuto dal corpo docenti?
Tranne i soliti lamentosi, ma sono una frangia minima, hanno risposto tutti con molto entusiasmo. C’è chi ha chiesto se fosse un ordine di servizio, ma la maggior parte ha risposto più che bene, si è sviluppata una collaborazione tra i vari docenti, perché chi non aveva la competenza ha chiesto aiuto ai colleghi. L’emergenza si è trasformata in un’opportunità di crescita per il corpo docenti.
E gli alunni?
Noi siamo passati dal 50% al 57% di frequenza costante. Gli alunni giornalmente si connettono e dialogano con i docenti. Stiamo cercando come prossimo passo di evitare che i ragazzi chiedano di connettersi il pomeriggio agli insegnanti, il sabato e la domenica, speriamo che con la didattica obbligatoria questa cosa cambierà. Noi abbiamo 200 studenti stranieri con cui lavoriamo ancora di più, così come i disabili, che hanno risposto con grande entusiasmo. Tutti gli alunni che non avevano la strumentazione necessaria, l’hanno ricevuta.
E invece i genitori dei ragazzi come stanno rispondendo?
In altri casi sono inesistenti e poi invece, ci sono casi dove stiamo ricevendo buoni riscontri. Con alcuni genitori si sono strette alleanze che non ci sono mai state, con loro abbiamo stabilito orari ferrei per lo svolgimento della didattica online. Non telefona a casa solo il professore o il coordinatore, ma anche la segreteria, le prime telefonate sono per creare un contatto, capire perché il ragazzo non sta partecipando alle lezioni. Con la didattica obbligatoria credo ci sarà più partecipazione. Siamo molto contenti perché un genitore ha ringraziato pubblicamente la scuola per la velocità con cui ha messo in campo tutte le forze, dalle piattaforme online alla distribuzione dei mezzi.
Da un punto di vista sociale quest’assenza prolungata dalla scuola secondo lei avrà ripercussioni sui cosiddetti “ragazzi a rischio”?
Il rischio di abbandono diventa ancora più forte, gli alunni hanno perso il ritmo, hanno perso ogni consuetudine, ogni abitudine, lo sforzo è tenerli in questa rete per quante più ore possibili.
Nel nuovo decreto c’è l’ipotesi che l’esame di Maturità si faccia con un colloquio orale, come immagina i criteri di valutazione?
Io sto cercando di spingere su un prodotto di qualità. Ho parlato con i vari capi dipartimenti, noi siamo capo fila nazionale per gli odontotecnici, abbiamo predisposto materiale, in rete con aziende e grossi laboratori nazionali, del materiale che potesse essere di supporto alla preparazione agli esami e allo svolgimento regolare dell’anno. Questo programma è stato pubblicizzato a tutte le scuole, abbiamo avuto un buon successo, molte condivisioni, quindi la rete l’abbiamo costruita.
Abbiamo preso contatti con le università con cui collaboriamo per organizzare dei webinar per i nostri studenti, non potendo accedere noi ai laboratori, avevamo bisogno di supportarli in questo. Abbiamo avuto una buona risposta, per il settore audiovisivo, fotografico, odontoiatrico, etc. Da lunedì, quindi, partiranno per il quinto anno questi corsi, ma ci stiamo organizzando per le altre classi, creando una banca dati che gli alunni potranno consultare quando lo desiderano. Noi abbiamo anche la sezione carceraria, per la quale può esserci solo la condivisione offline, così come quella serale e anche per loro ci sono a disposizione le piattaforme con il materiale didattico offline e online. Per quanto riguarda l’esame di Maturità, sarei stata d’accordo a due prove scritte a scuola e l’orale a casa, così da evitare assembramenti e gestire tutto in piccoli gruppi a scaglioni.
Sulla stampa è passato il messaggio di una promozione generale, può essere controproducente per i ragazzi a rischio?
Certamente, i ragazzi penseranno di essere promossi comunque, senza dover fare alcuno sforzo. Basti pensare che molti nostri alunni, che non sono venuti a scuola per tutto l’anno, ora con la didattica online si sono ripresentati, perché sapendo di passare l’anno in ogni caso, hanno deciso di ricomparire.
Pensando a lungo termine, come immagina il ritorno a scuola a settembre? Gli alunni saranno sicuramente disorientati?
Sarà un ritorno veramente molto difficile, perché i ragazzi saranno disabituati, avranno imparato in questa situazione d’emergenza, in questa scarsa possibilità di organizzare in modo normato il tutto, che tutto sarà possibile e che l’impegno non è sempre necessario, perché ce l’hanno fatta una volta e ce la potranno fare di nuovo. Ci sarà molto da lavorare.
Lei cosa si sentirebbe di chiedere al ministro dell’Istruzione?
Ringraziandola del lavoro che sta facendo, credo che dovrebbe arricchire il tavolo tecnico, credo che lei giustamente ascolti i suoi tecnici ma sicuramente non hanno mai interpellato i dirigenti o pochi, io la inviterei ad ampliare il tavolo con diverse professionalità che possono concorrere nelle decisione. Sono decisioni delicate, non legate esclusivamente alla promozione o alla bocciatura, perché adesso è importante il messaggio da dare ai ragazzi, dunque, la inviterei ad ascoltare psicologi, insegnanti e dirigenti, tutte le professionalità interessate nel percorso formativo-educativo di un ragazzo.
Per concludere…
Vorrei fare un ringraziamento a tutto il persone della scuola che si sta spendendo moltissimo. Sono andati oltre se stessi, stanno studiando fino a notte per riuscire a fare tutto e produrre materiale utile agli studenti, davvero un grande lavoro.
Galleria di immagini





