A luglio dello scorso anno il giovane Salvatore Caliano perse la vita a causa di una caduta avvenuta per pulire un lucernario
Napoli è una città superstiziosa. Spesso la sorte e il fato sono elementi tirati in ballo quando non si è in grado di trovare le risposte giuste. Purtroppo e spesso, questo accade quando ci troviamo di fronte a delle tragedie. È così è stato oggi.
La doccia gelata è arrivata alle 12.30. A quest’ora è stato comunicato il decesso di Rosario Padolino 66enne originario del rione Sanità e commerciante di via Duomo. L’uomo è morto perché colpito da un calcinaccio caduto da un balcone.
Il dramma improvviso ha sconvolto i familiari e gli amici di Rosario. Alcuni colleghi che hanno il negozio vicino a quello del 66enne hanno raccontato i suoi ultimi attimi prima del ricovero urgente in ospedale. Poi la memoria ha fatto un balzo indietro nel tempo.
Così sono venuti fuori altri brutti ricordi. Su tutti quello relativo alla disgrazia di Salvatore Caliano. Era l’11 luglio dello scorso anno. Salvatore, 21 anni, stava pulendo il lucernario dell’ascensore di questo stesso palazzo.
All’improvviso la caduta, un volo di 20 metri, una distanza dalla durata di un attimo o forse infinita. Salvatore aveva un sogno, voleva diventare un calciatore professionista. Lavorava in un bar di fronte al luogo della tragedia.
La sua vita è “costata” 35 euro. Questa era la paga, in nero, che gli era stata concordata per il lavoro. Invece, l’esistenza di Rosario è stata stroncata da un calcinaccio. Così come quella di Salvatore Giordano nel 2014.
Tutti e tre figli di Napoli, andati via e volati in cielo. E sappiamo bene che non centrano affatto solo la mala sorte o il fato avverso. Non è un caso che l’autorità giudiziaria abbia disposto lo sgombero dell’edificio per consentire i lavori di messa in sicurezza. Si poteva fare prima, forse, e per questo la rabbia è ancora più forte.

